Riflessioni sul futuro

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. ¬ Šhaul
     
    .

    User deleted


    Narrato
    Parlato
    "Pensato"
    Scheda Elesiel


    Una figura solitaria si immerse nel fiume. Era arrivata dopo il tramonto, in quella zona buia del fiume, circondata dalle fronde della foresta, nel silenzio. Era giunta, aveva osservato l'acqua e poi, con calma, aveva iniziato a spogliarsi. Come un rituale. Un lento rituale.
    Tutto nella figura, appena distinguibile grazie alla fioca luce lunare prossima a scomparire, in una o due notti, era calmo e rilassato. Più che rilassato, possedeva un'eleganza innata. Una morbidezza e fluidità nei movimenti quasi inumani, così splendidi da far rimanere incantati... Si muoveva come se avesse il completo controllo. Della zona, del suo corpo, e della sua mente.
    Be', in realtà non completamente. Elesiel lo sapeva bene. Non aveva controllo su una cosa, questo era certo: il tempo. Se avesse potuto... Avrebbe fatto sì che si srotolasse, rapido, fino al momento in cui avrebbe trovato qualcosa. Qualcosa per dare un senso alla sua caduta. Alla sua esistenza. Ovvero, un segno... Delle sue stelle. La stella della pena e del disastro, e non solo gli artigli sadici di Vinerion e qualche stolto mortale, sulla sua strada.
    Quella sera, spogliandosi, solo come sempre, Elesiel rifletteva, pigramente, sulla sua vita. Sentiva la solitudine, stranamente. Aveva provato paura, se non terrore, poco più di un anno prima. Non della morte, no... Ma della schiavitù, dell'incoscienza, della vergogna, l'umiliazione e il dolore. Sì, anche il dolore. Aveva appreso il sordo dolore non solo fisico delle tenaglie del boia, ma quello sordido e strisciante che l'essere piegato ti lascia dentro. Come spezzare un individuo.
    Ma, fortunatamente, lui sapeva molto bene come lui stesso attuare quei processi di mindfucking. La mente angelica era più complicata di quella umana, era differente, sentiva e seguiva logiche separate, ma lui apparteneva ad una delle prime gerarchie. Non era un angelo terrestre, ma quello era il suo corpo, il suo vero corpo, ed era stato un guerriero del cielo. Quel corpo chiaro, allenato, elegante e meravigliosamente seducente una volta aveva combattuto fisicamente, e non solo spiritualmente, per la luce. Anche se lui, sullo spirituale, non si era mai particolarmente applicato. L'influenza della stella del disastro era stata troppo intensa, su di lui. Anche da quella sua mancata passione si potevano, forse, ricercare le cause della sua caduta. Anche se in realtà era molto più profondo. Lo era sempre.
    Elesiel si tuffò, dopo essersi spogliato completamente, senza nascondersi e con gran fragore. Il gelo del fume notturno di settembre lo avvolse, ma dopo un attimo il suo corpo si era abituato alla nuova temperatura. Non sentì più freddo. Si sentì pulito. E da cosa? Elesiel aveva sempre agito con coscienza. Come aveva detto Vinerion, forse, la sua punizione era la noia, l'attesa... Perchè lui avrebbe atteso... Piuttosto della battaglia con creature alla sua altezza, per renderlo potente ed un avversario temibile. Ora come ora lui era un angelo... Ma terrestre, ormai, senza scopo se non l'attesa.
    Per un guerriero sia mentale che intellettuale non c'era cosa peggiore. Doveva riconoscerlo. Pur rifiutando le parole di Vinerion, cancellando gli incubi del suo ricordo, praticando calma e controllo giornaliero, doveva riconoscerne la logica. Ma non in quel momento. In quel momento lui era lì, solo corpo nel gelo, a smettere di respirare e godere della quieta corrente, nell'oscurità, mentre i capelli gli vorticavano appena intorno e il suo animo taceva. Solo corpo e spirito angelico dentro un utero d'oscurità, nudo e disarmato. La sua vita mortale, le armi con cui era caduto, le sue vesti, erano a riva, sui ciottoli, illuminati dalla luna. L'angelo, le ali ritirate, era solo un corpo chiaro sommerso e nascosto dall'oscurità.
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Spider-Man 1602 vive

    Group
    Member
    Posts
    2,312
    Location
    Una grande città posta sul cateto maggiore di un'isola a forma di triangolo

    Status
    Dead


    Finalmente le fronde si diradarono, lasciando posto alla sottile striscia d'erba che circondava da entrambi i lati le rive del fiume. Ancora poco e sarebbe arrivato a casa. Sempre se poteva chiamarsi "casa" una comoda caverna in mezzo ai boschi. E dire che potrei tranquillamente permettermi qualcosa di meglio. pensò il mezzo demone sorridendo fra sé. Certe volte non gli sarebbe dispiaciuta una casa in città, sarebbe stato più semplice raggiungere... beh, praticamente tutto. Del resto, un'infanzia passata a vagabondare in giro non poteva che trasformarlo in una creatura amante della vita semplice e solitaria.
    Oltretutto, non passava poi così tanto tempo a "casa", negli ultimi tempi aveva preso l'abitudine di unirsi temporaneamente a gruppi di avventurieri ed esplorare il mondo. Alla fine, però, tornava sempre lì, alla sua cara caverna. In quei giorni, poi, la fame di conoscenza aveva sostituito la voglia di viaggiare. Frequentava assiduamente la biblioteca, si intratteneva con gli studiosi. Voleva sapere di più sulle materie occulte, la magia, i demoni, gli angeli. Forse, in fin dei conti, voleva solo capire cosa fosse davvero. Aveva scoperto che esistevano altri mezzi demoni come lui, ma non aveva mai incontrato questi suoi simili, quindi non gli restava che studiare, per conoscere la sua specie. Del resto, se io stesso nascondo le mie ali e mi fingo umano o elfo, probabilmente anche gli altri come me terranno nascoste le loro origini. si disse, mentre scendeva di sella per far riposare il cavallo e sgranchirsi gli arti. Stiracchiò braccia, gambe e ali, disfandosi del mantello e spalancandole, approfittando che nessuno potesse guardarlo.
    Nessuno? Probabilmente no, visto che poco dopo udì un rumore, come di qualcosa di grosso che cadeva in acqua, a monte del fiume. Curioso, si incamminò lungo la riva, finché non trovò un mucchietto di abiti piegati con cura. Evidentemente qualcuno aveva deciso di farsi un bagno a tarda sera. Stava per tornare indietro, ma i suoi sospetti lo costrinsero a restare. Di certo non poteva permettere a chiunque di andare in giro di notte vicino casa, doveva almeno accertarsi che non fosse qualcuno di pericoloso. Sbatté le ali alzandosi in volo, librandosì verso l'albero più vicino e nascondendosi fra l'oscurità delle fronde, attendendo che lo sconosciuto riaffiorasse. Ma tu guarda che perdita di tempo. Fosse stata una ragazza almeno avrebbe ripagato l'attesa, ma quegli abiti sono indubbiamente di taglio maschile.
     
    Top
    .
  3. ¬ Šhaul
     
    .

    User deleted


    Passarono al massimo un paio di minuti. Forse tre. O meglio quattro. Quanto poteva resistere un angelo, sott'acqua, senza muoversi o fare sforzi? Parecchio, in realtà, anche se il suo corpo era fisico e... Necessitava di respirare. Così infatti, alla fine, dopo una resistenza anormale - ma non irraggiungibile, per un uomo davvero ben allenato - Elesiel sbucò dalla superficie dell'acqua con violenza, dandosi una spinta dal fondale dove era docilmente scivolato. Darvar era già nascosto, e lui non vedeva al buio, né era concentrato su niente al di fuori dell'acqua e del suo corpo. Una rapida occhiata ai suoi vestiti, per rendersi conto che non erano stati spostati, ed ogni suo sospetto, se mai ce n'erano stati, fu felicemente fugato. Era troppo buio perché con solo la sottile falce di luna nel cielo notturno come fonte di luce Elesiel potesse accorgersi di eventuali orme sull'erba fresca prima della foresta, che comunque si era rialzata dopo essere stata calpestata, giovane, come se niente fosse stato. Le katane divine, nei loro foderi, erano entrambe sopra ai vestiti, al loro posto.
    Andava tutto bene.
    Elesiel scosse il capo, appena riemersi, per liberare lo sguardo dall'acqua. Avere ciglia così lunghe e folte poteva essere un vero fastidio. Come per i capelli. E dire che una volta li portava infinitamente più lunghi... Ricordava i tempi della sua giovinezza: una chioma di un bianco luminoso irreale, spesso stretti in una coda alle sue spalle o appoggiata su una spalla... A volte una treccia, o sciolti. Gli arrivavano oltre la vita, una volta... Candidi. Ora erano appena più lunghi delle spalle, sempre lisci, ma scalati e... Neri. Come i suoi occhi. Come una volta era bianco, ora era nero, nero come la pece. Degli occhi color cristallo ne rimaneva il ricordo quando usava i suoi poteri, così come della sua chioma candida restava come ricordo un gruppo di ciocche per ogni lato della testa. Un vero fastidio. Elesiel se li levò con una mano dalla faccia, mantenendosi a galla. Era un ottimo nuotatore.
    Elesiel non era il tipo da farsi in realtà troppe congetture mentali. Era una persona schietta e pragmatica, in realtà. Non che questo gli evitasse di filosofeggiare, o porsi domande, ed argomentarle pure ampiamente con se stesso, ma... Non era il tipo di persona che se ne faceva dominare. Papà dio mi ha cacciato ed ho perso la mia purezza? Be', amen, mi dispiace per lui, ha perso un buon elemento. Ho altro da fare che passare l'eternità ad odiarti. Mandami i cuginetti bianchi a rompere i coglioni, però, e stai pur certo che li ritroverai in una scatola. Chiusa. A pezzi. Ecco, questa era la filosofia di Elesiel, l'eterno in attesa, il paziente riguardo all'eternità ma non la futilità di tutti i giorni.
    Era uno che si incazzava, Elesiel. Ma che non si faceva trascinare a fondo dai suoi demoni. Oh insomma, tutti hanno i propri demoni, anche lui, per carità. Ma forse i suoi erano così vecchi che ci aveva fatto pace. O almeno un patto di non belligeranza a lunga scadenza. E data l'eternità, la scadenza era davvero, davvero lunga.
    Elesiel si immerse di nuovo, ma questa volta, dopo un paio di bracciate poderose, riemerse senza farsi attendere più di un paio di secondi. Aveva gli occhi chiusi e si godeva il silenzio, ignaro di tutto. Fu solo quando spalancò le ali, evocandole, immerso ma desideroso di sentire la carezza dell'acqua anche sulla parte più sensibile di sé, che si accorse che qualcosa non andava.
    Non si accorse di qualcosa di preciso, in verità. Era solo una sensazione. Dovuta ai millenni che aveva passato a vagabondare sulla terra... Si guardò intorno con attenzione, nudo nell'acqua, le inconfondibili ali nero pece dietro di lui, piacevolmente zuppe.
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Spider-Man 1602 vive

    Group
    Member
    Posts
    2,312
    Location
    Una grande città posta sul cateto maggiore di un'isola a forma di triangolo

    Status
    Dead
    Passò poco tempo prima che la superficie del fiume, relativamente tranquilla, venisse turbata da un corpo che riaffiorava, dopo aver trattenuto il fiato chissà quanto. Darvar aveva ereditato solo in parte la vista dei demoni, quindi non poté vedere con chiarezza il volto dell'intruso, ma riuscì a scorgere abbastanza dettagli. Maschio, apparentemente umano, giovane, magro e con i capelli sicuramente scuri, forse neri. Aveva un'aria... familiare. Ci siamo già visti? si chiese. La figura gli ricordava qualcosa di già visto, e anche le due katane gli davano la sensazione medesima. In ogni caso il tipo non sembrava pericoloso, non aveva l'aspetto di un paladino fanatico (categoria che non apprezzava molto creature simil-demoniache come Darvar), al massimo... un assassino? Non che temesse di avere conti in sospeso con qualcuno, di sicuro quell'uomo non era stato di certo mandato lì ad uccidere lui.
    Nel frattempo quello continuava a nuotare, ignaro di tutto. Sarebbe così facile friggerlo con un fulmine. Ma non sono un pazzo paranoico, non è proprio il caso di uccidere gente senza motivo. Aveva ormai deciso che l'individuo non era pericoloso, quando quello di fece spuntare sulla schiena un paio di ali nere. e Darvar capì chi era. Elesiel! Maledizione! Proprio quell'angelo folle mi toccava incontrare? si disse, ricordando il loro incontro fra le rovine del castello. Quella creatura non aveva mostrato proprio una grande stabilità mentale, e il mezzo demone non aveva voglia di ripetere l'esperienza. Soprattutto considerando una delle ultime frasi della loro conversazione Non ho finito con te, piccolo! Non sapeva bene cosa voleva significare, ma di sicuro non voleva continuare il discorso.
    Si alzò in piedi, in equilibrio sul ramo, le ali spalancate per mantenersi stabile, e camminò di ramo in ramo fino al lato del tronco che dava dalla parte opposta del fiume. Sperando di non essere stato visto o udito saltò, giungendo a terra e acquattandosi dietro un cespuglio. Solo allora si azzardò a dare una sbirciata, sperando di vedere Elesiel ancora intento a farsi gli affari suoi.
     
    Top
    .
  5. ¬ Šhaul
     
    .

    User deleted


    Inutile. La sua vista era beatamente inutile. Uguale a quella di un normalissimo umano... E perché mai gliene sarebbe dovuta servire una notturna? A differenza dei demoni, lui non era - fortunatamente - mai andato all'inferno. Il suo corpo non aveva mai dovuto sviluppare quelle qualità necessarie alla sopravvivenza in un luogo così selvaggio... No, Elesiel aveva mantenuto le caratteristiche angeliche antecedenti alla sua Caduta. E gli angeli, di massima, operano nella luce, non nell'oscurità.
    Ergo, non vedeva niente. Però poteva sempre sentire... Peccato fosse immerso nel fiume. Scrosciante fiume. Calmo e ben poco rumoroso, ma sempre lì a circondarlo completamente con il suo quieto sciabordio. E poi il vento, lo stormire delle fronde intorno a lui, una civetta lontana... Elesiel sospirò, chiudendo gli occhi ed abbandonandosi a peso morto nell'acqua. fu allora che lo sentì. Un minuscolo fruscio irregolare rispetto ai suoni della notte.
    Aprì gli occhi, ma non vide niente. L'intruso era vicino, ma non alla portata del suo sguardo? Non era affatto detto, data la sua pressoché completa cecità. No, affatto. Tuttavia, il fruscio identificava qualcuno... Più grande di uno scoiattolo, o non lo avrebbe sentito. Giusto?
    In ogni caso, Elesiel fece come se niente fosse. Era nudo in mezzo ad un fiume, disarmato. O chiunque fosse stato era innocuo - un animale, dunque, o qualcuno di passaggio fuggito alla vista delle ali, era possibile - oppure era troppo debole per attaccarlo direttamente oppure, ancora, tendeva un agguato o si limitava ad osservare...
    Oppure era lui. Paranoico e con i sensi all'erta dopo la piacevolissima esperienza passata con Vinerion. Non voleva più vedere un demone per un po'. Un BEL po'.
    Fece passare una trentina di secondi, decidendosi poi ad uscire dall'acqua. Con calma. Senza fretta. Senza vergognarsi della sua nudità - dio mio, era un angelo, di cosa doveva vergognarsi dato che il suo corpo era pura perfezione? - si mosse per uscire dall'acqua. Una volta uscito si pettinò i capelli all'indietro con le dita, rabbrividendo per il vento. Spalancò le ali, fradicie, schizzando goccioline ovunque. Si sedette con noncuranza al fianco delle sue katane, voltandosi così verso il punto dove aveva sentito atterrare qualcuno. O almeno, il fruscio si era mosso in quella direzione.
    Volle attendere un istante, prima di reclinare il capo da un lato, con un sorrisetto ironico e sicuro, e parlare.
    Non sai che è davvero maleducato spiare qualcuno mentre si fa il bagno? disse, con voce chiara, angelica ma forte. Se non ci fosse stato nessuno, nessuno lo avrebbe sentito parlare con le sue paranoie. Se invece non si sbagliava e ci fosse stato effettivamente qualcuno, be'... Elesiel lasciava tutte le possibilità aperte.
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Spider-Man 1602 vive

    Group
    Member
    Posts
    2,312
    Location
    Una grande città posta sul cateto maggiore di un'isola a forma di triangolo

    Status
    Dead
    Alzò lo sguardo. Elesiel era uscito dall'acqua. Distolse la vista. Non aveva proprio voglia di vedere l'angelo in generale, e voleva almeno risparmiarsi il guardarlo mentre era senza nulla addosso. Peccato che adesso non poteva alzarsi e andarsene senza essere visto. Non aveva avuto molte esperienze con gli angeli, e di solito erano stati incontri brevi, quindi supponeva potessero vedere al buio come lui se non meglio.
    Di sicuro sapeva che più si allontanavano dalla luce più la loro sanità mentale evaporava, quasi la sacrificassero per mantenere un bell'aspetto. Meglio pazzi che demoni, bella scelta. Beh, effettivamente anch'io ci penserei su, se me lo chiedessero. si disse, aspettando che Elesiel decidesse di rivestirsi ed andarsene.
    Speranza vana, quello rimase beatamente lì, seduto sull'erba, quasi stesse aspettando qualcosa. Darvar iniziò a comprendere perché alcuni studiosi ritenevano la lotta e la fuga gli istinti più basilari: in questo momento si stava chiedendo proprio quello. Fuggire o carbonizzarlo?
    Si diede dello stupido. Non sei un animale, puoi anche uscirne in maniera civile.
    Proprio in quel momento l'angelo parlò. Tanto valeva rispondere, a quel punto. Stavo solo decidendo se la presenza di un angelo maledetto e con la testa non del tutto a posto vicino la mia dimora potesse rappresentare un pericolo. Lei che ne pensa, messere? chiese, uscendo fuori dal cespuglio ma rimanendo nell'ombra, a distanza di sicurezza.
     
    Top
    .
  7. ¬ Šhaul
     
    .

    User deleted


    Stavo solo decidendo se la presenza di un angelo maledetto e con la testa non del tutto a posto vicino la mia dimora potesse rappresentare un pericolo. Lei che ne pensa, messere?
    Elesiel sbadigliò. Aveva fatto centro. Incredibile. Una leggera inquietudine iniziò a diffonderglisi addosso. Chi era l'intruso? Fece una risatina, dissimulando il suo turbamento. Non per la nudità, affatto.
    Il suo interlocutore era uscito allo scoperto, ma non ne vedeva niente di più della sagoma... Che tuttavia gli risultava familiare.
    "Messere", addirittura. sorrise, seduto a terra. Poi aggrottò le sopracciglia. Ma sì, l'aveva già vista quella figura... Ma dove? Che cos'hai da recriminare contro la mia testa, messer sconosciuto... Non troppo sconosciuto? si alzò, un'ala piegata a coprire le sue intimità. Ci siamo già visti... Per caso?

    scusa la brevità imbarazzante, ma non saprei che altro dire, questa volta ^^"
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Spider-Man 1602 vive

    Group
    Member
    Posts
    2,312
    Location
    Una grande città posta sul cateto maggiore di un'isola a forma di triangolo

    Status
    Dead
    Elesiel non sembrava avere intenzioni aggressive anzi, sembrava quasi non averlo riconosciuto. Eppure da quella distanza avrebbe dovuto vedere il mezzo demone abbastanza chiaramente da riconoscerlo. Che soffrisse di amnesia? Era normale dimenticare qualcosa, vivendo millenni, ma loro due si erano incontrati poco più di un anno prima, possibile si fosse già scordato? Alla faccia del "con te non ho ancora finito". L'immortalità passata lontano dalla luce divina ti ha rovinato la testa, angelo nero?
    Decise di uscire allo scoperto, avvicinandosi e nel frattempo creando con uno schiocco di dita una fiammella per far luce, a beneficio dell'immortale che evidentemente non vedeva bene al buio, probabilmente unica pecca delle sue doti. Sempre se avesse qualche dote e non fosse solo un pazzo farneticante. L'ultima volta gli aveva solo confuso le idee sulla religione, ma non aveva sfoderato nessun potere. A differenza mia, che gli ho fatto capire fin troppo bene che sono un mago di fuoco. Forse non è così stupido, in fondo.
    Si fermò ad un paio di passi da Elesiel, sorridendo mentalmente per il contrasto che creavano. Un angelo, nudo e seduto a terra, opposto ad una creatura demoniaca in piedi e completamente vestita. Darvar dovette ammettere di essere un po' imbarazzato dalla cosa, ma si sforzò di non darlo a vedere. Mi riconosci, adesso? Non pensavo che gli angeli fossero incapaci di vedere al buio.
     
    Top
    .
  9. ¬ Šhaul
     
    .

    User deleted


    Non era che Elesiel proprio non vedesse al buio. Era che la sua carne, originata da materia angelica, si era uniformata alle necessità dell'evoluzione, a sua volta. Quando era solo particelle di luce, un angelo senza forma, conosceva solo luci e niente ombre, in paradiso. Le prime ombre le aveva viste nelle massime luci, nel contrasto tra la stella del disastro e la stella della pena... Nel loro rapporto quasi malato e nelle catene che li legavano aveva visto l'oscurità provocata dalla troppa luce. L'aveva riconosciuta, ma non aveva mai conosciuto l'inferno. Quando i suoi desideri avevano fatto assumere alla sua materia una forma fisica, acquisendo un corpo vero e proprio e cessando di essere solo pensiero, non aveva avuto bisogno di conoscere l'oscurità, per sopravvivere. Era accaduto in paradiso, nello splendore accecante. Elesiel vedeva bene nella luce, non lo accecava o feriva, mentre le ombre gli erano sconosciute. Quando era decaduto, sfracellandosi sulla superficie terrestre, in quelle fiamme che gli avevano bruciato le carni per mesi e consumato ali e mutato il colore dell'anima, anche lì vi era luce, sin troppa. Ma essendo caduto sull'Assiah, tra gli uomini, non aveva mai conosciuto il dolore e la brutalità dell'inferno... Il suo corpo non aveva mai dovuto conoscere le ombre per sopravvivere. Prima di quel momento, almeno.
    Quando la figura si avvicinò, accendendo una fiamma ad illuminargli il viso, Elesiel lo riconobbe, con un sorrisetto beffardo.
    Mi riconosci, adesso? Non pensavo che gli angeli fossero incapaci di vedere al buio. disse l'altro, con calma controllata.
    Elesiel, seduto, sorrise beffardo, nel suo solito sorriso. Ma non era un sorriso cattivo, quanto più divertito, quasi caldo. Darvar, mormorò, morbido. Scosse il capo. Forse l'unica creatura in vita di quel mondo che lo conoscesse, ormai. Era diventato ancora più solitario del solito. Se ti dicessi che esistono così tante eccezioni agli angeli che conosci da non poterle contare? scosse il capo Lascia perdere, non ho proprio voglia di incominciare un discorso del genere. No, non vedo quasi niente, al buio, per mia sfortuna. Tu sì, mi pare. ridacchiò, guardandolo dritto in viso, nudo e beffardo E perché, pur essendo vicino a casa tua, ti metti a spiare qualcuno che conosci mentre giace nudo nell'acqua? ghignò, appena Pensavo che in quest'epoca fosse ancora sconveniente, mi pare.
    Anche lui si rendeva conto del contrasto ma, se pur non si vergognava minimamente della sua nudità, percepiva sulla sua pelle l'aura demoniaca di Darvar. E la sua pelle ricordava sin troppo bene l'ultima aura demoniaca di cui aveva sentito l'influenza... La potenza di Darvar era ben diversa da quella di Vinerion, avevano odore, emanavano sensazioni differenti, ma entrambi avevano... Forma di demone. Senza rendersene conto, quasi impercettibilmente, Elesiel aveva irrigidito i muscoli, perdendo parte della leggiadria e della forza angelica. La spada era al suo fianco, vicino ad una mano, ma non c'era motivo di prenderla, affatto. Eppure, non poteva dimenticare l'ultima volta con Vinerion: neanche allora aveva estratto la spada, fino a quando non era stato troppo tardi, ed era stato sopraffatto sul suo stesso terreno: la mente.
    Ma Darvar non poteva agire nello stesso modo, e nemmeno ne avrebbe avuto motivo. Non conosceva niente di lui, poteva apparirgli come un angelo folle, sperduto e delirante, sostanzialmente innocuo. Vinerion, il sadico Vinerion, cercava anche qualcosa da lui... Di tutte le ferite che gli aveva inferto, solo una aveva lasciato una cicatrice: non gli artigli sul ventre, i tagli ed i morsi sul collo, le ustioni o i colpi di naginata. Le ferite mentali guarivano molto più lentamente, ma non lasciavano cicatrici visibili: sulla sua schiena, in alto a sinistra, c'era una cicatrice da artiglio, un disegno nel mezzo della tortura, incompleto: il sigillo di Vinerion. Al pensiero ancora bruciava, di dolore ed umiliazione. Un'ombra passò sul volto di Elesiel, al ricordo.
    No, Darvar era un ragazzino. Anche se il suo odore evocava ricordi spiacevoli, non avevano mai avuto scontri. Neanche ricordava esattamente cosa fosse accaduto, nel loro incontro precedente. Ricordava Darvar, non i discorsi... Non bene, almeno. Significava che non era stato... Così importante.
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Spider-Man 1602 vive

    Group
    Member
    Posts
    2,312
    Location
    Una grande città posta sul cateto maggiore di un'isola a forma di triangolo

    Status
    Dead
    Era esattamente come se lo ricordava, non una virgola fuori posto. Fastidiosamente sarcastico, possessore di una conoscenza ai mortali preclusa e dall'atteggiamento altezzoso e snervante. Non si erano scambiati neanche un paio di frasi e già stava mettendo i puntini sulle "i", manco fosse un insegnante o chissà che cosa. Beh, magari si considera così, sbandiera continuamente la sua cultura senza mai mostrarla davvero, come se le sue rivelazioni fossero così sconvolgenti per la mia povera mente.
    Sbuffò, deciso a non farsi sminuire dalla maggiore età dell'angelo e dalla sua arroganza. Infiniti tipi di angeli, immagino, e adesso te ne uscirai con una storia secondo cui non sei caduto dai cieli ma sei solo sceso giù a fare due passi o qualcosa del genere. Non che dubiti delle tue parole, questo mai, ma a volte sei un po'... criptico.
    Spense la fiamma, lasciando la riva del fiume illuminata nuovamente dalla sola luce della luna e delle stelle, e aprì le ali, fluttuando a mezz'aria e portandosi al fianco di Elesiel, vicino alle spade ancora inguainate. Accarezzò l'idea di sottrargliele. Sarebbero state uno splendido ricordo, tagliare le teste dei demoni sconfitti perdeva fascino, dopo un po' di tempo. Accarezzò l'idea, decidendo di non applicarla subito ma tenerla conservata per qualche occasione. Comunque sì, hai ragione, è piuttosto sconveniente fissare un 'uomo nudo, me ne stavo giusto andando per non sorbirmi lo spettacolo, ma mi hai scoperto e mi sembrava da vigliacchi andarmene via senza salutare. Oltretutto potrei sfruttare l'occasione per trovare un motivo per rispedirti nel buco infernale da dove sei sbucato fuori. continuò, mantenendo un tono neutro nonostante la non-tanto-velata minaccia.
    Paradossalmente considerava Elesiel alla stregua dei demoni, ma non lo riteneva malvagio, o almeno non al punto da ucciderlo senza una buona ragione. E poi aveva un pessimo odore di corruzione, percepibile grazie ai suoi sensi sovrannaturali, che lo infastidiva non poco. E poi, perché non si riprendeva la briga di rivestirsi?! Non aveva idea di dove guardare. Né tantomeno di dove colpire se si fosse giunto allo scontro.
    Sperava però di farlo parlare, magari avrebbe tirato fuori informazioni interessanti sull'origine del mondo o sugli Dei.
     
    Top
    .
  11. ¬ Šhaul
     
    .

    User deleted


    Infiniti tipi di angeli, immagino, e adesso te ne uscirai con una storia secondo cui non sei caduto dai cieli ma sei solo sceso giù a fare due passi o qualcosa del genere. Non che dubiti delle tue parole, questo mai, ma a volte sei un po'... criptico.
    Elesiel ridacchiò, lasciandosi cadere sull'erba, rilassatamente divertito. Criptico, eh?
    Oh no, è stata una luuunga e dolorosa caduta. Mi piacerebbe essere qui per una visita piacevole, invece di questa eterna noia. Anche se devo dire che ha fatto molto più male l'impatto con il mondo fisico, che altro. si osservò una mano dalla pelle perfetta All'improvviso scopri di possedere davvero un corpo tuo ed istantaneamente vorresti liberartene, per quanto fa male. disse, piano, riferendosi alla caduta. Chi avesse creato il suo corpo nel momento della sua caduta nel mondo fisico, se un rimasuglio del potere della stella del disastro per salvarlo dall'ira divina oppure l'ira divina stessa, che aveva trasformato il suo spirito angelico in carne mortale come punizione stessa per la sua caduta, restava un mistero, per lui. Lui era stato un angelo delle gerarchie inferiori: non aveva mai avuto un corpo suo prima di legarsi alla stella del disastro e decadere. Ed ora, senza sapersi distaccare da quella carne non solo poteva essere ucciso dai mortali, ma non poteva neanche sperare di vincere un confronto diretto con un angelo disincarnato o anche solo entrare nello stesso piano di comunicazione ed esistenza. Viveva nel tempo, ed il paradiso gli era inesorabilmente... Precluso.
    Darvar fece sparire la sua fiamma, rassicurando Elesiel, che tuttavia non lo diede a vedere.
    Comunque sì, hai ragione, è piuttosto sconveniente fissare un 'uomo nudo, me ne stavo giusto andando per non sorbirmi lo spettacolo, ma mi hai scoperto e mi sembrava da vigliacchi andarmene via senza salutare. Oltretutto potrei sfruttare l'occasione per trovare un motivo per rispedirti nel buco infernale da dove sei sbucato fuori. disse Darvar, in tono neutro ma con una velata minaccia, in piedi di fianco a lui. Elesiel, per canto suo, sembrava in spiaggia, assolutamente e beatamente rilassato.
    Ecco, vedi? Sempre così aggressivo... sbadigliò, stiracchiandosi e, nel movimento, piegando un'ala a coprirsi i genitali, per non imbarazzare ulteriormente il piccolo Darvar. Di più non aveva intenzione di fare, per il momento. La mente di Elesiel era rimasta angelica, per lui la nudità o meno non faceva alcuna differenza, a parte l'imbarazzo che provocava negli altri. Il coprirsi per gli uomini delineava imbarazzo e vergogna per un qualcosa di naturale, leggi di convivenza che lui rispettava solo per non venire attaccato, non per altro. Di cosa si sarebbe dovuto vergognare, lui? Il suo corpo era perfetto e segno di una sessualità vigorosa e sana: Elesiel, come qualsiasi essere davvero libero, non si vergognava certo per come era fatto. Questo ci riporta a quella questioncella dell'essere criptico... Ragazzo, tu riveleresti il tuo passato, storia, conoscenza o anima ad un mezzo demone incazzato con il mondo che guarda alle tue armi domandandosi se riuscirà a piantarti la tua stessa spada nel cuore? voltò la testa verso di lui, gli occhi neri che riflettevano la luna rendendoli spettrali, ghignando ma senza cattiveria Io no. Eppure... Ta daaan! Ti rivelerò una cosa lo stesso. si stiracchiò di nuovo, come un gatto. Le ali fremettero, sotto di lui, il piumaggio folto e lucido che rifletteva meglio dei capelli la luce lunare Non puoi rispedirmi all'inferno: non ci sono mai, e di questo paradossalmente ringrazio ogni giorno, stato. Chissà dove finirebbe quel che resterebbe della mia coscienza nel fortuito caso in cui riuscissi ad uccidermi sul serio... terminò, guardando di nuovo la luna sopra di sé. Era rilassato.
    "Ma, ti prego, non fare cose stupide, ragazzo. Mi dispiacerebbe davvero rovinare il nostro "rapporto" con una qualsiasi lama conficcata in gola." pensò, cupo, senza soffermare i propri pensieri su quale gola tra quella dell'angelo e del demone sarebbe stata squarciata con più probabilità.
     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Spider-Man 1602 vive

    Group
    Member
    Posts
    2,312
    Location
    Una grande città posta sul cateto maggiore di un'isola a forma di triangolo

    Status
    Dead
    Darvar roteò gli occhi. Il solito Elesiel, sempre pronto a giudicare, pensando di poterlo catalogare grazie alla sua lunga esperienza. Deve essere stata una caduta terribile, non riesco a pensare ad una punizione più terribile. E dire che hai solo morso la mano che ti ha creato, sono stati davvero esagerati lassù. disse, cercando di mascherare il sarcasmo. Per fortuna esistevano infiniti tipi di angeli, se fossero stati tutti noiosi come quello che aveva davanti... certo, c'erano anche quelli folli. O quelli che spariscono dopo che avete... no, meglio non pensare a QUEL tipo di angelo. Sono maledetto o cosa? Non posso incontrare qualche angelo anche solo vagamente simile allo stereotipo classico? Solo decaduti depressi e oscuri folli, non ne incontro altri.
    Si sedette a terra accanto ad Elesiel, squadrandolo. Almeno non aveva voglia di impartirgli qualche lezione, l'ultima volta aveva già fatto vacillare le sue credenze. Come se in quel periodo non ci fosse già abbastanza gente che pretendeva una tua conversione a quella religione monoteista che stava attirando sempre più gente.
    Doveva però ammettere che, nonostante tutto, si sentisse più propenso alla discussione che alla lotta, quella sera, e sperava che l'angelo continuasse a mostrarsi innocuo come aveva fatto fino a quel momento.
    In ogni caso, ti sbagli. mormorò, materializzando fra le mani una spadadi energia demoniaca. Ci giocherellò per qualche secondo, facendole cambiare forma più volte, modificando lama ed elsa in stili sempre diversi. Non ho alcun interesse per le tue armi, posso avere le spade che desidero semplicemente materializzandole, e poi non sono "incazzato" col mondo solo con i demoni. E prima che tu mi corregga, sì, nella mia semplice mentalità da mortale ti considero un demone, non mi importa se ti consideri un tipo diverso di creatura. Un demone abbastanza innocuo, oltretutto, in giro sulla terra da millenni e nessun eroe si è scomodato per eliminarti? Al massimo potrei ucciderti per spedirti all'inferno in modo da recapitare un messaggio ai parenti che ho laggiù. Ma non vado troppo d'accordo con quel lato della mia famiglia, quindi non ti aggredirei mai.
    Chissà se Elesiel si sarebbe sentito offeso da quel discorso? Sarebbe stato interessante vedere un angelo innervosito. Oppure gli avrebbe fatto qualche discorso sulla sua superiorità. In caso era pronto a ribattere. Ghignò, mostrando una fila di zanne. La serata poteva rivelarsi appassionante.
     
    Top
    .
  13. ¬ Šhaul
     
    .

    User deleted


    Deve essere stata una caduta terribile, non riesco a pensare ad una punizione più terribile. E dire che hai solo morso la mano che ti ha creato, sono stati davvero esagerati lassù. disse Darvar, con malcelato sarcasmo. Elesiel si appoggiò sui gomiti, guardandolo in viso. Non disse niente, per un paio di secondi, facendo pesare quel silenzio e reprimendo la rabbia senza darlo a vedere. Alla fine fece un sorriso, molto lento, che aveva del minaccioso e dello spaventoso insieme. In quell'istante Elesiel apparve, ma solo per un momento, per l'essere spietato e millenario che era. Ma fu solo un istante, per quanto di gelo inquietante, e passò.
    Dimenticavo disse, molto lentamente e con tono ironico ma pungente che tu sei un esperto in materia. Naturalmente sai tutto, quindi ti è facile giudicare. sorrideva, ma il suo era un sorriso che invitava all'attenzione. Il suo era lo sguardo di colui che era pronto a saltare alla gola di chi gli stava davanti con un enorme sorriso gentile. Non glielo avrebbe mai detto. Ma Darvar stava passando il segno della sua gentilezza.
    Lui, in quella caduta, aveva perso tutto. E la sua ossessione era di ritrovare la stalla del disastro, l'unica vera ragione per cui era decaduto. non gli interessava la sua libertà, quella degli altri angeli, la possibilità di scelta che si erano guadagnati con il sangue. A lui interessava solo quell'angelo. Avrebbe preferito morire, sapendolo libero, che... Perdere le sue tracce in quel modo. Per eoni. Pur sapendo per certo che qualcosa di lui era rimasto, perché semplicemente non poteva morire.
    prima che tu mi corregga, sì, nella mia semplice mentalità da mortale ti considero un demone, non mi importa se ti consideri un tipo diverso di creatura. Un demone abbastanza innocuo, oltretutto, in giro sulla terra da millenni e nessun eroe si è scomodato per eliminarti? Al massimo potrei ucciderti per spedirti all'inferno in modo da recapitare un messaggio ai parenti che ho laggiù.
    Elesiel sospirò, prendendo la sua spada ed estraendola dal fodero per un paio di centimetri. La lama parve risplendere di una lieve luminosità, nella notte. C'era ancora potere, in quelle lame, ma in quel momento solo limitate alla sua energia... Una volta erano armi temibili, vere armi angeliche, ma il fuoco divino aveva logorato anche loro. Potevano ancora ferire il soprannaturale, tagliare quasi qualsiasi cosa e ferire gli spiriti disincarnati, ma solo quello. Eppure quella luce era anche la prova del suo passato.
    Se fossi stato creatura infernale sarei andato all'inferno. Inoltre, credo che una volta ucciso questo corpo non andrei laggiù: ciò che rimaneva della mia anima angelica dopo la caduta sulla terra si è condensata in questo corpo. È perfetto, ma è debole e mortale. Devo nutrirmi. Devo riposare. E sopratutto, sanguino. Sangue angelico, ma mortale. Credo che, distrutto questo corpo, di me non rimarrebbe niente, piccolo. fece una risata, secca Meglio così. Non mi piace l'inferno. Per quello che riguarda gli eroi... fece un sorrisetto, mettendosi a sedere per bene, una delle spade in grembo. I capelli gli si stavano asciugando, come le ali. Perdona questa storia noiosa, ma sono molto vecchio, per quanto non sembri. Appartengo alla prima generazione angelica, e sono uno degli originali, per quanto ormai inesorabilmente decaduto. Di eroi ce ne sono stati, in tempi antichi. Da qualche parte, forse, esisto ancora in antiche leggende. Un tempo ci sono stati uomini che mi hanno adorato, uomini che ho aiutato e protetto, uomini che mi hanno aiutato a mia volta. Popolazioni antiche, forse adesso scomparse. Ci sono stati uomini che temevano l'immortalità, e tentarono di spezzarla. Ogni creatura antica si imbatte in casi simili, prima o poi. Ed alla fine impara a vivere tranquilla, se è abbastanza anziana e saggia. Però vedi, io non lo sono. Come un qualsiasi mortale, ho le mie paure ed ossessioni. Ma tante persone solo morte ed ogni morte portava a fama e con la fama giungevano i problemi. Dovresti saperlo. Tendo a mantenermi piuttosto... In disparte, se posso, al momento. Non saprei che altro fare. Da qui, la mia noia. Un giorno ci arriverai anche tu.
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Spider-Man 1602 vive

    Group
    Member
    Posts
    2,312
    Location
    Una grande città posta sul cateto maggiore di un'isola a forma di triangolo

    Status
    Dead
    Elesiel si era innervosito. Lo considerò una piccola vittoria in quella discussione che l'angelo stava cercando di portare ad alti livelli di noia. Una creatura antica e immortale come lui avrebbe dovuto essere affascinante, non tediarlo con discorsi fuorvianti. Davvero, lui stesso si deprimeva di tanto in tanto, essere per metà un demone non era facile, ma si sarebbe ucciso da tempo se avesse avuto continuamente lo stesso stato d'animo dell'angelo. Forse avrebbe dovuto ucciderlo davvero, un po' di tempo all'inferno magari lo avrebbe tirato un po' su. Almeno lì sarebbe stato in compagnia di gente come lui.
    Nonostante la coppia di spade dall'aspetto pericolosamente affilato non riteneva Elesiel un avversario temibile, sempre che non nascondesse i suoi reali poteri. L'ultima volta che si era scontrato con un angelo aveva preso parecchie batoste, anche se ne aveva inflitte altrettante, lasciando infine lo scontro con un insoddisfacente pareggio. Smettila con questi pensieri, non hai motivo alcuno di cercare la rissa. si disse, cercando di ignorare l'istinto che gli diceva di attaccare senza pietà quella creatura oscura. Ecco, lo ammetti anche tu: sei come un demone, il tuo corpo è fatto di essenza solidificata in modo da agire su un piano materiale. Se ti uccidessi, tranquillo, non ne ho voglia, la tua essenza finirebbe all'inferno o chissà dove per rigenerarsi. Il tempo di guarigione dipenderà dalle ferite e da quanti sei potente. Comunque, l'immortalità è davvero così noiosa come la racconti? Sono contento che la durata della mia vita sarà simile a quella degli umani, allora.
     
    Top
    .
  15. ¬ Šhaul
     
    .

    User deleted


    Ecco, lo ammetti anche tu: sei come un demone, il tuo corpo è fatto di essenza solidificata in modo da agire su un piano materiale. Se ti uccidessi, tranquillo, non ne ho voglia, la tua essenza finirebbe all'inferno o chissà dove per rigenerarsi. Il tempo di guarigione dipenderà dalle ferite e da quanti sei potente. Comunque, l'immortalità è davvero così noiosa come la racconti? Sono contento che la durata della mia vita sarà simile a quella degli umani, allora.
    Elesiel si accarezzò il viso, dove ci sarebbe docuta essere la barba per un essere umano e che lui non sarebbe mai cresciuta.
    Davvero vivrai solo quanto un uomo? Particolare. Ne sei certo? sorrise, sarcastico. Finalmente decise di alzarsi e rivestirsi, con calma.
    Be', non sono mai morto, fortunatamente, quindi non saprei dirtelo. Comunque, l'immortalità dipende un po' da come la vivi. C'è chi la trova molto affascinante, sin troppo. Di solito questo è per gli immortali che hanno un obiettivo, o che si divertono a giocare con le vite delle altre creature. Al massimo io mi getto in qualche battaglia con le ali celate. Anche quello può essere divertente. disse, finendo di mettersi i pantaloni. Nel farlo si era voltato, dando le spalle a Darvar. Vedendo al buio, prestando attenzione, il ragazzo avrebbe potuto vedere sulla sua scapola sinistra l'unica cicatrice che il suo corpo perfetto presentasse: il marchio infernale che Vinerion gli aveva impresso addosso. Non c'era da stupirsi se Elesiel, al momento, aveva ben poca voglia di fare un giro all'inferno. Ne aveva avuto per tutta la vita, di demoni. Se avesse saputo che avrebbe passato tutta la sua vita successiva in compagnia della figlia del diavolo...! In quel momento, se gli fosse stata data l'opportunità di conoscere il suo futuro, Elesiel avrebbe scoperto come di lì a qualche anno avrebbe cominciato la sua caccia senza fine alle incarnazioni di Algebal, in competizione con Kyriel. E, sorpresa delle sorprese, in compagnia di una poco entusiasta Nathlija.
    Per quanto riguarda me... Diciamo che sono stato scaricato, durante quella famosa caduta, e che l'amore della mia vita mi è stato portato via da quel dio a cui avrei morso la mano. Ed ora chissà dov'è... Ho passato tutta la mia eternità a cercare di scoprire che cosa fosse successo. E indovina? sorrise, a torso nudo e pesantemente sarcastico, come sempre ogni volta che provava dolore Niente. Nessuna traccia, non se ne sa più niente. Né angeli... Né demoni. Capisci come una cosa del genere ti lasci piuttosto... Svuotato. Non so cosa fare, se non aspettare. concluse, con una smorfia.

    Narrato
    Parlato
    "Pensato"
    Scheda

    Un'ombra solitaria si muoveva per il bosco, costeggiando il fiume. A tratti scivolava, come un fantasma, sul terreno scuro, senza produrre alcun rumore. Altre volte, ancora, si fermava nel silenzio assoluto, che sembrava calare al suo passaggio, ascoltando la totale assenza di suoni. Nathlija, figlia dell'inferno, aveva allentato la presa sul suo controllo dell'aura, giusto per provare quell'infantile piacere del vedere come tutto intorno a te si azittisce, spaventati dal tuo potere. Dalla tua aura di morte, dalla tua natura e dal tuo lignaggio.
    Nath chiuse gli occhi, nel silenzio, un istante. E fece un qualcosa che non aveva mai fatto in vita sua. Avvolta dal mantello, armata da capo a piedi e fasciata dai suoi vestiti scuri, si lasciò cadere a terra, a peso morto, sulla schiena. Il mantello si aprì, svelando le sue forme generose, le sue curve da donne e quel corpo meraviglioso, quel suo corpo originale che, al pari di quello di Elesiel, non era mai morto. Aveva preso ben più ferite di quello dell'angelo, aveva fatto cose ben più orribili e vissuto ben di più di Elesiel, nonostante in contronto alla sua età la sua fosse irrisoria. Ed era stanca, arrabbiata, senza uno scopo o una direzione, confusa ma non più rassegnata. Lei, figlia della morte, aveva molt più vita dell'angelo nero, in quel momento.
    A terra liberò il viso dal cappuccio, liberandolo alla luna. Lei sì che vedeva al buio, e molto bene. Immaginava il suo viso bello oltre l'umano immaginabile, freddo ed all'apparenza così inumano ed insensibile, circondato dai lisci e lunghi capelli neri, liberi intorno al viso mischiarsi tra la terra e le foglie. Viva. Inspirò l'aria della notte, fece proprio l'odore del bosco ed ebbe voglia di cacciare. Desiderò sangue ed energia nelle vene e liberò la propria aura, in un istante di gioia, senza alcun limite, sorridendo.

    Elesiel, a trenta metri di distanza, si fermò di botto da quello che stava facendo - indossare la maglia - per alzare il capo, irrigidendosi.
    L'hai sentito? domandò a Darvar, improvvisamente molto serio, prendendo le sue spade. L'aura, così come era venuta, era scomparsa, ma gli aveva lasciato sulla pelle una sensazione orribile. Non sentiva un'aura così forte da molto, molto tempo. Gli era letteralmente venuta la pelle d'oca, ed il suo primo impulso fu quello di fuggire.
    Non volevi incontrare i tuoi simili, o mandare loro un messaggio? rise, una risata vecchia e vuota. Aveva paura.

    Nathlija era in piedi, ad occhi chiusi. Canticchiava un motivetto di un paio di note e girava in tondo, come trasfigurata. Quella notte, quella notte, l'insensibile Nathlija voleva sangue, perdersi nel combattimento e sentirsi forte e cibarsi di energia. Si fermò, trattenendo di nuovo la sua aura, espandendo i prorpi sensi per percepire creature intorno a lei.
    Una folata di vento le portò l'odore angelico di Elesiel, e la sua purezza le fece spalancare gli occhi. Un angelo, insieme all'odore di... C'era qualcos'altro. Un demone. O forse era oscuro. O forse entrambe le cose. In ogni caso, quell'odore speziato e così particolare la catturò, in un istante.
    L'istante dopo il demone era sparito, come un'ombra, velocissima ed assolutamente senza produrre alcun rumore. In meno di un minuto raggiunse l'ansa del fiume dove Elesiel si era lavato poco prima e li vide: un angelo nero, teso, ed un altro ragazzo, dai lunghi capelli.
    Nathlija emerse dall'ombra, scivolando, avvolta dal suo mantello, il cappuccio abbassato. Il suo viso era scoperto e fissava direttamente le due creature. sotto al mantello, le sue dita si erano già tramutate in artigli.


    Se Darvar si annoia.... xD
     
    Top
    .
23 replies since 20/9/2013, 17:57   274 views
  Share  
.