Sussurri nel vento...

Aperto a tutti

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  1. Midnight Dragon
     
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    Narrato
    "Pensato"
    «Parlato Alexander»
    «Parlato Alexander (mentalmente)»
    «Parlato Orion (mentalmente)»
    Scheda di Alexander


    "Orion, lasciami da solo. Ho bisogno di pensare..."
    Eppure, Alex non poteva fare a meno di ripensare a quelle ultime parole, fin da quando si era allontanato dal corvo. "Ho bisogno di pensare... che scusa idiota!". La verità era che c'era qualcosa che lo aveva turbato profondamente, negli ultimi tempi. Più che "pensare", aveva bisogno di stare un po' da solo, anche se sospettava che il corvo lo stesse ancora osservando, nascosto chissà dove nel velo tra i mondi. Lo aveva seguito per novantasei anni, perché avrebbe dovuto lasciarlo solo ora? Eppure, il non sentire la presenza di Orion, in quel momento lo confortava, in modo singolare. In fondo, non sentirlo era quasi come stare da solo...
    Due passi sulla spiaggia, in riva al mare, sotto un chiaro di luna crescente, una piccola falce bianca nel cielo. Il suono delle onde sulla sabbia aveva un che di rilassante, proprio quello che gli serviva in quel momento. Un attimo di oblio nel mezzo di una confusione caotica e stressante. Qualche attimo di oblio così ricercato e prontamente negato dalle preoccupazioni, rumorose e egocentriche, come una folla di persone che non vuole altro che stare al centro dell'attenzione.
    Il problema era semplice e allo stesso tempo insolito: per qualche ragione si sentiva cambiato, in una maniera quasi impercettibile, eppure tale che c'era sempre qualcosa a stonare con... tutto. Non si limitava a essere una semplice crisi d'identità come le mille altre che, in un secolo di vita, aveva avuto. Era qualcosa di più profondo e radicale, come se davvero fosse cambiato. Aveva passato tutto il mese a cercare di capirlo, a ridisegnare gli incantesimi che, vecchi e obsoleti, non gli rispondevano più come prima. Aveva riadattato a sé vecchi modi di pensare, rinnovandoli, aveva creato nuove idee, nuove strategie, nuovi incantesimi. Aveva persino iniziato a tenere un libro magico, cosa che per lui era persino inconcepibile fino a poco tempo prima. E per quanto avesse riadattato tutto, scopriva che ancora una piccola nota stonava.
    Lentamente si era reso conto che a cambiare era stata la sua stessa natura, in modo inspiegabile e repentino, ma discreto e silenzioso. La natura stessa del suo potere era diversa. E, dopo anni di costanza, dopo anni in cui non era mai cambiato, un evento del genere giungeva inaspettato e sconvolgente, trascinandosi con sé vecchi ricordi, nuove prospettive.
    Si sedette sulla sabbia, sguardo rivolto al mare e al cielo, a sentire la brezza marina che soffiava leggera. Cambiamento... una nuova parola nel suo dizionario che sapeva di dolce, o forse d'amaro... Un bene, indubbiamente, ma un bene strano.
    "Forse dovrei preoccuparmi di meno, forse dovrei persino sentirmi euforico, dovrei vivere tutto questo con entusiasmo. Forse davvero mi preoccupo troppo per niente..." pensò cullato dal suono delle onde. Si sdraiò, braccia aperte e occhi al cielo. "Cambiare... non sembra poi così male...".
    E forse chissà, non lo era davvero, sembrava rispondergli il mare nella notte.
     
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    Narrato
    Parlato Xemetrius
    Parlato Demetre
    "Pensato Xemetrius"
    "Pensato Demetre"
    Scheda Xemetrius
    Scheda Demetre


    Xemetrius comparve in quel tempo, con un grande scoppio. Cioè, non che dovesse necessariamente fare casino per passare da un tempo all'altro, ma lui era fatto così. E poi era appena uscito da un party del trentaseiesimo secolo. Roba forte.
    In ogni modo, comparve con gran fragore. Come se il tempo dal nulla l'avesse sputato fuori, prima comparvero le sue braccia, poi le gambe, ed infine la testa. Prima c'era il mare notturno illuminato dalla luna, e poi, da un piano di esistenza invisibile, lui era comparso, vestito come suo solito, accompagnato da un fragore di campanelli i e trombe da stadio. Scomposto, atterrò sulla spiaggia, a pochi metri dal bagnasciuga, barcollando, un fine bicchiere di vetro ancora in mano. Ebbe un fremito, mentre il suo corpo quasi mutaforma si adattava a quel tempo. Piccole cose, come crescere di un paio di centimetri, del tipo. Piccole cose. Accidenti, era completamente ubriaco. La ragazza viola proveniente da Xelthon gli aveva fatto bere una non so quale specialità tipica...
    Ah, ma allora sei STUPIDO! Demetre comparve da tempo a sua volta, senza alcun rumore se non un lievissimo schiocco, come un sasso gettato in una polla d'acqua. Aveva il mantello girato al contrario e il viso lievemente arrossato, i capelli corti in un taglio maschile azzurro intenso scompigliati ed i grandi occhi accesi per l'alcool e la rabbia. Anche lei aveva un po' bevuto, ma neanche troppo. Suo fratello era completamente andato, e lei era completamente furibonda. Mentre Xemetrius una volta atterrato - privo di mantello, vestito solo con pantaloni e giacca, incapace di sentire freddo in quel momento - era direttamente caduto a quattro zampe dopo aver fatto due passi barcollanti ridendo come un idiota e rompendo il bicchiere, Demetre si reggeva in piedi, anche se era completamente sfatta. Il trucco era a posto, ma i capelli erano ancora nel taglio futuro ed il mantello con cappuccio era indossato al contrario, con il cappuccio in bocca, come se qualche burlone glielo avesse girato in uno scherzo. E non era nemmeno il suo, ma quello bianco di suo fratello. Fratello che a terra completamente ubriaco rideva come un deficiente. Demetre gli fu addosso, anche lei brilla, saltandogli contro, furibonda, e facendogli perdere l'equilibrio, finendo entrambi per rotolare sulla sabbia. Xemetrius rideva, ed anche Demetre, in realtà.
    Dopo un groviglio di corpi e mantelli in bocca un po' ad entrambi Demetre abbe la meglio. A cavalcioni sul fratello, ansimante, lo prese per la maglia, scrollandolo, ansimando. Nella lotta anche il suo corpo aveva iniziato ad ambientarsi al nuovo tempo, e lei aveva così perso un paio di centimetri e cominciato ad avere i capelli lunghi, in due code laterali che si stavano autoformando e generando.
    Sei un completo IDIOTA ansimò, anche se sorrideva, sghemba Non le hai viste le Aslest avvicinarsi? Ti rapivano in un secondo e ti ritrovavo così saturo di sesso dopo settimane che bastava la metà. Lucido, lucido! disse, senza sbiascicare una parola ma ondeggiando appena in avanti, brilla. Poi scoppiò a ridere e si piegò appoggiando la testa sul fratello, che rise anche lui incontrollabilmente. Spalancò le braccia alla luna, girando gli occhi e sorridendo, mostrando i canini aguzzi, i capelli azzurri scompigliati e sparsi sulla sabbia. Alzò un braccio, e con un dito indicò il cielo Le Ashl non sono un problema... ebbe un rigurgito, seguito da una serie di risatine, completamente andato. Nel ridere, però, volse lo sguardo all'indietro, nella direzione dove si trovava Alexander, e a fatica ne mise a fuoco la figura. Lo indicò con un braccio, sempre ridendo. Teeeeempo, sorellina? chiese, cercando di girarsi nonostante la sorella sdraiata addosso, e finendo per tornare a ridere come un idiota.
    Questo fu l'arrivo delle bestie del tempo. I primi passi verso la loro storia li fecero da ubriachi.
    Non male.
     
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  3. Midnight Dragon
     
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    Quando Xemetrius comparve con botti e squilli di trombe, per poco Alexander credette di essersi preso un piccolo infarto. Tutto il silenzio e il suono delle onde, quella calma infinita, e poi? Kaboom, di colpo un frastuono rompeva la quiete e, soprattutto, lo faceva sobbalzare sul posto. L'istinto di sopravvivenza del draconico gli impose di non lasciarsi sfuggire nient'altro, neppure un verso di stupore, ma forse si preoccupava per niente come al solito.
    In ogni caso, si ritrovava a guardare esterrefatto il giovane che era comparso poco più distante. Di sicuro, non aveva mai visto un tipo così strano, così "fuori posto", nel regno. Di sicuro, era sembrava completamente andato: ubriaco marcio e barcollante. Da dove fosse comparso, un ragazzo ubriaco e barcollante, invece, restava un enigma. "Teletrasporto?" fu la prima ipotesi. Per quello che ne sapeva, era possibile. La seconda la ritenne un po' improbabile, ma non era da escludere: i viaggiatori di mondi esistevano, Alex stesso era uno di loro. La tecnica gli pareva simile, ma distinguerla da un teletrasporto non era per niente facile, dato che il concetto era lo stesso. In ogni caso, crollato sul bagnasciuga, da dovunque fosse uscito, di sicuro dall'altra parte c'era un gran casino.
    E mentre ancora lo osservava con aria stranita, con un lievissimo schiocco comparve una ragazza, allo stesso modo con cui era arrivato il primo. Più discretamente, almeno quello. Probabilmente anche lei era uscita da un gran casino, perché era completamente sfatta: mantello al contrario, viso arrossato - sembrava un po' ubriaca anche lei - e guardava con ira il primo arrivato. E, dopo qualche insulto, presero a lottare. Alex scelse di godersi la scena a debita distanza, in parte troppo confuso per pensare di allontanarsi, in parte troppo curioso. Perché finalmente aveva notato il perché i due sembrassero completamente fuori posto: mutavano aspetto.
    Erano particolari che all'inizio non aveva notato, ma osservando i capelli di Demetre era stato fin troppo chiaro quel che c'era di strano. Potevano semplicemente essere dei mutaforma, del resto, anche se l'impressione - che il dragonico non seppe descrivere - fu piuttosto di "adattamento naturale". Come se si fossero integrati in quel posto e di colpo fossero a loro agio. Non fosse che erano ubriachi, dopo qualche minuto nemmeno gli sembravano più tanto fuori posto. Ma, di nuovo, forse si faceva troppi problemi per niente.
    Di una cosa era certo: di non sapere cosa stesse succedendo.
     
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  4. S h a u l » »
     
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    Alla domanda del fratello, anche Demetre alzò la testa, come una predatrice che fiuta l'odore della preda. Sorrise, gli occhi puntati sul draconico, splendenti nella notte, decisamente inumani.
    Medioevooooo ♪ trillò, con voce da bambina. Ancora con la maglia del fratello tra le mani abbassò di nuovo lo sguardo su di lui. Alzò un sopracciglio, e poi lo baciò, più volte, dandogli piccoli schiaffetti al volto, al contempo. Un bacio sulle labbra, ma loro erano fratelli, gli unici esponenti della loro specie, qualcuno aveva qualche problema? Molte persone, soprattutto nel Medioevo, e lì stava il bello. Rispondendo ai baci, finalmente la coppia era silenziosa. Ma per pochi secondi. Demetre si staccò entrambi ansimanti, e sorridenti, ed entrambi più lucidi. Insomma, più o meno. Il trucco stava nell'equilibrare le energie. Erano entrambi brilli, ora e non una un poco ed uno ubriaco perso.
    Demetre si staccò dal fratello, ridacchiando. Una volta in piedi, gli tirò un calcio in un fianco, provocando un gemito seguito da un eccesso di risate da parte sua. Xemetrius rotolò su se stesso, mentre Demetre tornava a guardare Alexander, con lo stesso sguardo di prima.
    E quello chi è? chiese Xemetrius, sdraiato, arcuando la schiena per vederlo da quella posizione. Demetre, in piedi, scrollò le spalle, per poi inclinare la testa da un lato. Poi, saltò.
    Una persona normale non si sarebbe di certo aspettata un balzo del genere. Rapidissima, alterando il tempo, atterrò precisamente davanti ad Alexander, ancora seduto. Il balzo era stato rapido, e già grazie alle loro caratteristiche fisiche la loro forza, agilità e velocità erano tutto fuorchè umane, in più lei aveva alterato il tempo di percorrenza del balzo, agendo su se stessa. Un balzo fulmineo, in grado di coprire la distanza non irrisoria che li saparava in un secondo e mezzo. Le erano sempre piaciuti i mezzi, ci si poteva fare un sacco di cose. Tipo quando pensi di aver finito una trasmutazione ma scopri all'improvviso che ti avanza quel meraviglioso mezzo di misura che è guarda caso perfetto per un'ulteriore trasmutazione concatenata... Oh, poesia! Accidenti, era brilla.
    Cosa non proprio prevista, era atterrata un po' troppo vicina al ragazzo sfortunato-un-po'-troppo-interessante, seduto, comparendo a ben tre centimetri dal suo viso...Buh! trillò, sorridendo con i denti affilati. Non era decisamente in sé, e ciò che fece l'istante dopo ne fu la prova. Dopo il sorriso affilato, già che c'era, posò le labbra su quelle di Alexander, baciandolo appassionatamente. Xemetrius ti tirò su, contrariato, ma poi ghignò, senza dire nulla. L'istante dopo, però Demetre schioccò le dita, con un sorriso affilato, agendo sui suoi poteri. L'istante successivo a quel gesto, il tempo si bloccò, in una bolla grigia di tempo congelato, intorno alla caviglia sinistra di Alexander, congelandone il tempo. Demetre rise. E lo baciò di nuovo, appoggiandogli una mano su una spalla, volendolo spingere a terra.
    Be', allora chi sei, bel ragazzo? gli chiese, ridendo. E poi già che c'era lo baciò di nuovo.
    Nel frattempo Xemetrius, un po' barcollante si era avvicinato in tempi umani, osservando la sorella con un'espressione perplessa in viso. Chi è che lo aveva appena rimproverato a riguardo del sesso?


    Istinto del tempo: È la loro bussola, diciamo, che gli permette sempre di potersi ritrovare una volta lasciati. Sentono il legame temporale del gemello, sanno sempre dove si trova e come sta. Come bussola inoltre gli pemette sempre di sapere se il tempo in cui si trovano e' reale, a che periodo temporale appartiene una cratura o un oggetto e sanno sempre anche il luogo, a grandi linee, pur magari non conoscendone il nome che il luogo aveva al suo tempo.

    Blocco personale: permette di modificare il tempo delle proprie azioni. Per esempio, possono rendere un loro movimento incredibilmente più veloce del normale accelerando il tempo che normalmente utilizzerebbero per effettuarlo. Possono, allo stesso modo, rallentarlo... Come, per esempio, se si gettano da un edificio. Possono rallentare la caduta da simulare una planata. Considerando poi che hanno una forza incredibile riescono a saltare anche molto in alto, ed aiutandosi con i propri poteri simulano una specie di volo.

    Blocco del tempo: chi sa come funziona il tempo meglio di loro? Chi, meglio di chi ha tempo liquido nelle vene? Xemetrius e Demetre sono bestie del tempo, e ne hanno il controllo... Possono bloccarne quindi il flusso per una zona circoscritta. Che sia un oggetto, che diventa cosi' indistruttibile ed eterno, un cadavere o una persona viva... Le bestie del tempo lo bloccano, ritagliando un angolo di non tempo in quella zona di spazio, e relegando cio' che vi resta al'interno nel nulla, come se non esstesse. Per un massimo di sette turni una vittima animata - o una parte di essa - rimane bloccata in questo grigio limbo indistruttibile che non puo' essere spostato. Non ferisce, non ha alcun effetto se non bloccaggio totale. appare come una bolla di sapone grigia, che blocca al suo interno il tempo. Quando scoppia, liberandolo, per chi vi era rimasto intrappolato sara' come se non fosse passato nemmeno un istante. Non si rendera' nemmeno conto del tempo perduto, in quanto nemmeno può essere toccato o ferito. Per sette massimo sette turni non esisterà più in questo tempo. Per gli oggetti singoli, invece, il blocco può essere protratto in eterno, con la possibilità che essi vengano spostati dalla zona in cui sono stati bloccati, se lo desiderano. (perché il potere si possa attivare l'oggetto/il pezzo di persona deve trovarsi in un raggio d'azione di tre metri dal corpo dei gemelli. Per rendere indistruttibile l'oggetto al massimo lo devono toccare per due turni)
     
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  5. Midnight Dragon
     
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    Quello che successe poco dopo accadde troppo in fretta. La prima cosa di cui Alex si accorse fu di essere confuso, quando le labbra di Demetre dapprima sfiorarono le sue, in un bacio appassionato a cui per qualche attimo il draconico si abbandonò. Soltanto dopo Alexander riuscì a ricostruire frammenti di quello che era successo: i due ragazzi che giocando di erano accorti di lui, il balzo di lei - era davvero un balzo? era come se si fosse mossa in un lampo, ricordava solo immagini sfocate di lei - e in un attimo, un "buh" pronunciato con un sorriso affilato e quel bacio...
    Più ci pensava, più la cosa non aveva senso, eppure il suo cuore accelerò i battiti. Alex arrossì, senza neanche rendersene conto. Tornò a capire qualcosa del mondo che lo circondava quando Demetre si staccò da lui e parlò, con una risatina:
    «Be', allora chi sei, bel ragazzo?»
    E poi, senza nemmeno lasciargli tempo di rispondere, lo baciò di nuovo. Alex, ancora perplesso, non pensò a ritrarsi - forse nemmeno lo voleva. Tuttavia era già più cosciente di quello che succedeva e iniziò a ragionare. Due ragazzi (viaggiatori dimensionali?) che apparivano dal nulla. Entrambi sufficientemente ubriachi, ma evidentemente non abbastanza per usare i propri poteri. E nessuno dei due sembrava (per il momento) avere intenzione di aggredirlo. Ma una fastidiosa sensazione di sconforto restava, come una sorta di presentimento. Forse aveva un po' di freddo al polso...
    Quando la ragazza smise di baciarlo, Alex prese il suo tempo per rispondere alla domanda. Ma, in quel tempo, fu in grado di notare un particolare che nel frattempo gli era sfuggito: una bolla grigia era misteriosamente comparsa attorno alla sua caviglia sinistra. La cosa lo inquietò, ma non diede segno di preoccupazione. Non ancora, perlomeno.
    «Alexander» rispose semplicemente. Poi aggiunse «Studioso dell'energia e delle fluttuazioni eteriche dei... del mondo.» La correzione dal plurale al singolare lo infastidì un poco. Sempre meglio evitare di far sapere che sei stato in altri mondi... però sperava che non se ne fossero accorti. La bolla grigia alla caviglia continuava ad inquietarlo, e capì il perché quando provò a muoverla per mettersi in una posizione più comoda: era bloccata. Il fatto più preoccupante era che nemmeno riusciva a percepire niente, sulla caviglia, come se dentro la bolla fosse in qualche modo anestetizzato. Trattare da una posizione di superiorità, forse?
    «E voi chi siete, viaggiatori?» chiese poi. Fece in modo di dare una lieve intonazione a quel "viaggiatori", come a sottolinearlo impercettibilmente. Voleva capire se davvero le sue ipotesi erano fondate, o almeno sperava. Non sapere chi erano le persone con cui trattava poteva diventare molto pericoloso... del resto, però, se davvero quei tizi erano pericolosi, lui nei guai c'era cascato, e ora ne era immerso fino al collo.
     
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  6. S h a u l » »
     
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    I mondi. Certo, i mondi erano infiniti quante le frazioni del tempo, loro lo sapevano bene. Ma di solito la gente del medioevo non lo sapeva. Be', Demetre era brilla, quindi non si rese conto di quel piccolo particolare. Si staccò da lui, alzandosi.
    «E voi chi siete, viaggiatori?» chiese Alexander - brutto nome, le ricordava qualcosa... - con un'intonazione che a Xemetrius non piacque. Si portò una mano alla testa, incredibilmente bello, alzando gli occhi al cielo. Si era già stufato di quel posto.
    Nessuno di interessante, davvero disse, con uno sbadiglio che mostrava i canini affilati Dai sorella, andiamo a casa, questo tizio è noioso. e girò sui tacchi. Non sapeva proprio perchè. ma quel tipo cominciava a stargli antipatico senza motivo. Il fatto che sua sorella se lo stesse baciando non bastava, c'era dell'altro... Qualcosa che non capiva, e l'alcool gli annebbiava i pensieri. Era detestabile. Anche il tipo era detestabile. Neanche un cenno, ehi, quella che ti stai baciando è mia sorella! e non hai neanche la più vaga idea di chi sia! Be', ovviamente no, era meticolosissima nel cancellare le tracce della loro esistenza... Quasi maniacale. La sua sorellina.
    Demetre, però, scosse il capo, contraddicendo le impetuose e stupide parole del fratello.
    No, non credo che sia un tipo noioso. E neanche noi siamo tipi noiosi, te lo giuro, anche se sarebbe davvero meglio se tu non te ne interessassi, piccolo Alex. reclinò il capo da un lato, mangiandolo con gli occhi. Gli prese con delicatezza una ciocca di capelli, come se fosse stato un micio, osservandone il colore ed i tratti. Mal che vada, Alezander poteva diventare il giocattolino della serata. Un giretto nel tempo, forse?
    Be', che cosa sei, bambino? Ci sono già tante razze in questo tempo, anche se ovviamente gli umani sono la maggioranza. Cosa sei tu, di bello? Uno studioso, hai detto... socchiuse gli occhi azzurri, concentrandosi e respirando a fondo.
    Dai, da dove vieni? chiese, lo sguardo di nuovo luminoso ed affilato. Meno male che nessuno dei due aveva fame, in quel momento.
    Olfatto temporale: sentono il "tempo" delle persone, come una traccia, e lo riconoscono come dei lupi. Una volta assaggiato un tempo lo potranno così ritrovare sempre e comunque, ovunque. Per seguire la traccia, tuttavia, o il proprietario del tempo è nelle vicinanze (3 km) oppure devono tornare nel vortice del tempo e trovare la traccia lì, in quell'immensità.


    Edited by S h a u l » » - 27/12/2012, 23:02
     
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5 replies since 11/10/2012, 20:23   276 views
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