Cercando di rimettere insieme i pezzi della propria esistenza

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    Omae wa mo shindeiru ~ ~ ~ Trasforma la tua tristezza in forza.

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    Dopo un paio di giorni di viaggio, era finalmente arrivato. Fin dall'inizio non gli era piaciuta l'idea di lasciare da sola la sua metà, però doveva visitare quel luogo, magari riusciva a trovare qualcosa di utile...
    Jin non sapeva neanche cosa stesse cercando, forse era solo un momento di crescita culturale, in fondo quella era la vecchia capitale del regno, almeno una volta bisognava visitarla.
    Atterrato sulla terra arida, Jin fece sparire le grandi ali nere, e si infilò la giacca.
    "Non mi va di stare troppo lontano da casa, e non mi va di lasciarla da sola troppo a lungo."
    "Lo so, però è un viaggio da poco, non siamo troppo lontani."
    "Col cavolo! Ci abbiamo messo due giorni per arrivare qui! Cosa succederebbe se nel frattempo la catturassero?!"
    Jin non voleva pensarci, la sua parte buona, ora dominante, non voleva neanche prendere in considerazione un'eventualità del genere.
    Per distrarsi, si inoltrò per le strade della vecchia città, vedendo solo rovine e desolazione, ma percependo anche l'antica maestosità che la città doveva avere nella sua epoca d'oro.
    Entrò in un paio di case, osservando tutt'intorno, senza sapere neanche se cercava qualcosa in particolare, o se guardava così tanto per vedere.
    Arrivò a una piazzetta, ora completamente vuota e rasa al suolo, ma probabilmente un tempo avente una fontana, o un monumento.
    C'era polvere e macerie ovunque, però nell'aria si avvertiva ancora un senso di potenza, di forza mistica che avvolgeva l'intera capitale, come se essa non volesse ancora cedere il passo a città più nuove.
    Ammirevole.
     
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  2. -Eris-
     
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    Aveva sentito da Flemeth, i racconti sulla vecchia capitale del regno. Non ci era mai andata, ma nel grimorio della leggendaria strega era una mappa piuttosto antica della città.
    La apre davanti a sè una volta superate le mura, o meglio, ciò che ne rimaneva, e si guarda attorno.
    Ovviamente, non era rimasto molto dell'assetto originario, ma quella mappa poteva darle indicazioni a proposito dei maggiori centri di potere magico della città.
    Probabilmente, molte persone erano morte in quel luogo, a seguito dell'invasione di orchi. Molti avevano nascosto sè stessi e i propri beni negli anfratti più reconditi delle proprie case, alcune delle quali ancora si tenevano in piedi.
    Morrigan ne aveva visitate un paio, con pochi risultati. Cercava tutto ciò che poteva essere sfruttato per fini magici. Ossa, rituali scritti su vecchie pergamene ingiallite, o magari oggetti carichi di potere mistico, che avrebbe potuto studiare per conto proprio. Per questo aveva con sè una borsa nera, dove il grimorio era delicatamente riposto.
    Intravede in lontananza una piazzetta, distante una mezza dozzina di macerie di case.
    Lì, intravedeva un figura, ma non la distingueva. Si fa avanti a passi lenti, inumidendosi impercettibilmente le labbra, come se la stesse puntando.
     
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    Jin stava praticamente girando intorno alla piazza. Girava intorno e guardava da una parte all'altra. Tutto ciò lo stava stufando parecchio, visto che sembrava un pollo che aveva perso la strada del recinto.
    Stava quasi per andarsene mezzo stizzito da quel viaggio privo di significato, quando avvertì una presenza, un tipo di presenza che da tempo non percepiva.
    Si guardò ancora intorno un attimo, per poi puntare lo sguardo su una figura indistinta che sembrava avvicinarsi proprio a lui. Un nemico? O un viandante?
    "Perchè non lo ammazziamo e basta?"
    "Sempre a passare ad atti estremi..."
    "E' la mia natura, idiota."
    "Be', ora comando io, e si fa quello che dico io."
    La parte malvagia non rispose, si rintanò nei meandri più oscuri della mente, e osservò con finto interesse la scena.
    Jin ora concentrò tutta la sua attenzione sulla misteriosa figura che si stava avvicinando. Possibile che era di quella razza?
     
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  4. -Eris-
     
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    La figura si guardava attorno, confusa. Morrigan ridacchia impercettibilmente fra sè, avvicinandosi.
    Si trova davanti un giovane di bell'aspetto. I capelli e gli occhi neri sembravano distratti da pensieri sconosciuti.
    Sorride brevemente tra sè, raggiungendolo. Cosa ci faceva lì? Nessuno aveva interesse a guardare quelle rovine abbandonate.
    Non lo considera, guardandolo però con fare sospetto, mentre lo superava con l'intenzione di entrare nelle rovine di un'altra abitazione.
    Solitamente non avrebbe dato ad uno sconosciuto tutte queste attenzioni, eppure quel ragazzo, che sembrava essere poco più giovane di lei, le sembrava... Diverso.
     
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    La figura si stava avvicinando sempre di più, e ora Jin era tutto attento verso di essa. Non sapeva come comportarsi, non riusciva ancora a capire se fosse un potenziale nemico, o un innocuo passante. per prima cosa, si era imparato, doveva cercare di capire di che razza fosse. La razza era un fattore importante, da essa poteva stimare il comportamento, le reazioni e forse anche qualche potere, e soprattutto se era un suo nemico o se poteva rilassarsi in sua presenza.
    Quando la figura si fece più distinta, Jin vide che era una giovane donna. Ella continuò a puntarlo, ma a pochi passi dall'angelo, lo superò, forse avendo intenzione di vedere altro.
    Dato che non aveva proferito parola, Jin si sentì autorizzato a non dirle nulla. In fondo, magari stava cercando qualcosa di particolare, e il loro incontro era solo casuale, e non interessato.
    La seguì con lo sguardo, rimanendole però di spalle per non dare troppa confidenza.
    Tutto gli faceva credere che non c'era nulla da temere, che forse la donna neanche lo aveva visto, però la sua figura era particolare, sembrava diversa dai soliti viandanti. Jin non la perse di vista, osservandola da lontano, andando però a sedersi su un muretto ai lati della piazzetta.
     
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  6. -Eris-
     
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    Abbozza un sorriso tra sè. Entra tra le rovine di un altra casa, dove, ancora una volta, non trova nulla. Impaziente, esce, per guardarsi poi attorno.
    Strano, quel tipo. Seduto ai lati della piazzetta, sembrava non curarsi di lei.
    Molto strano.
    Lo raggiunge, con aria quasi strafottente, ma carismatica al tempo stesso.
    -Beh, pare che le rovine non interessino solo gente come me-
    Esordisce, avvicinandosi e rivolgendogli un sorriso.
    Era anche piuttosto bello, visto così da vicino.
    Non lo da a vedere, nonostante avesse osservato con attenzione il suo volto.
    C'era qualcosa di diverso dai soliti uomini, però.
     
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    La figura effettivamente stava puntando a una casa in rovina, dove vi entra. Jin la perde di vista, e giocando con un sassolino lì accanto stava quasi per andarsene non avendo nulla da fare lì, quando la ragazza uscì da dove era entrata. Sembrava un po' infastidita, irritata. Forse stava cerando qualcosa che non riusciva a trovare...
    Sta di fatto che ora punta di nuovo verso di lui, ma stavolta Jin non ha nulla alle spalle, quindi ora la ragazza guardava proprio lui.
    Quando gli arriva di fronte esordisce con una frase piuttosto carismatica, Jin ha un mezzo intuito su chi fosse la giovane.
    "Ha carisma, poche razze sanno destreggiarsi con l'oratoria, primi fra tutti gli umani, sono dei chiaccheroni."
    "Bah, odio quelli con la parlantina, mi danno sui nervi."
    "Come quelli che non parlano, quelli che parlano il giusto ma male ecc.."
    "Bah..."
    Be', a me non piacciono molto, però ero curioso, rispose Jin facendo un mezzo sorriso.
    Ora la poteva vedere da vicino, e prese a osservarla meglio. Era piuttosto graziosa, anche se dal suo atteggiamento traspariva molta sicurezza di sè. Una buona dote.
    Sta cercando qualcosa, signorina?, le chiese Jin con fare galante.
    "Ehi ehi ehi! Che è mo 'sta roba?!"
    "Voglio provare a essere gentile e con buone maniere, così quando torno da Luinil le faccio una sorpresa."
    La parte malvagia commentò con frasi poco adatte a certi lettori.
    Ma Jin non lo ascoltò più, perchè sapeva che questa esperienza avrebbe giovato anche all'altro se stesso.
    Posso esserle utile... ehm...
    Ci voleva un nome per completare la frase.
     
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  8. -Eris-
     
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    -Morrigan-
    Lo anticipa, prima che concludesse la frase.
    -Il mio nome è Morrigan.-
    Si guarda attorno
    -No, effettivamente non sto cercando nulla in particolare, sono spinta solo dalla curiosità, dovuta a racconti di una vecchia madre nostalgica e piuttosto narcisista-
    Pianta gli occhi ambrati nei suoi, neri.
    Come a leggergli dentro, quasi a voler scavare nella sua anima, per fargli confessare qualcosa.
    -Non so invece come si chiama il mio interlocutore-
    Fa poi, senza staccare gli occhi dai suoi, ma inclinando appena di lato il capo e incrociando le braccia. Sembrava lo stesse studiando, nonostante la sua espressione desse a vedere l'esatto contrario.
     
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    Morrigan... è carino, disse Jin inclinando un po' la testa.
    La sua nuova conoscenza gli rivelò che non aveva in mente un fine preciso nella sua ricerca, per poi puntargli gli occhi addosso, intrecciando lo sguardo con il suo. Jin potè osservare bene i suoi occhi ambrati, mentre lei guardava nei suoi.
    Lei non lo sapeva, ma probabilmente oltre a lui vi erano altri occhi dietro i propri, gli occhi della sua parte malvagia, che insieme a Jin guardavano la ragazza.
    I pensieri del suo alter ego non erano molto piacevoli, vista l'intraprendenza della ragazza.
    Vedo che sei piuttosto spregiudicata, da come mi stai guardando..., fece Jin notando un interesse nei suoi confronti, che però la giovane riusciva ben a mascherare.
    "E' umana, ci metterei la mano sul fuoco. Solo gli umani ti guardano con quell'espressione curiosa e penetrante."
    Ora lo vedeva per la prima volta, la ragazza aveva anche uno strano bastone, non certo usato per appoggiarsi. Che forse fosse un chierico? O una maga? Meglio non trarre conclusioni affrettate, avrebbe avuto tempo per capirlo.
    Si staccò dal muretto e puntò una via della piazza a caso.
    Io sono Jin. Ti va di fare quattro passi? Ti do del "tu", visto che ci siamo già ben conosciuti con lo sguardo.
    Non aveva una meta precisa, solo la voglia di camminare e parlare, neanche quella in realtà, però era curioso di sapere di più da lei, e probabilmente la cosa era reciproca.
     
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  10. -Eris-
     
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    Sorride. Tante, tante parole. Sembrava anche piuttosto spigliato, da come parlava.
    Annuisce, intuendo la strada che aveva intenzione di seguire, e anticipandolo quasi in quella direzione.
    Sembrava aver notato i suoi occhi, da come e quanto ne parlava.
    Le faceva piacere.
    Eppure sembrava strano, come se ogni tanto fosse distratto. Sembrava perdersi con lo sguardo, assorto nei propri pensieri, per riemergere solo dopo.
    -Conosci questo posto, o vieni qui per la prima volta?-
    Domanda, aprendo quella mappa che aveva in mano e notando che quella strada portava verso altre rovine, quasi appartate dal resto della città.
    Probabilmente, erano i sotterranei nei quali Flemeth raccontava di aver sedotto e ucciso il secondo principe dell'antica capitale.
    Sorride tra sè, ripiegando la mappa in attesa di una risposta dal ragazzo.
     
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    Morrigan prese a seguirlo, quasi anticipandolo. A quel gesto Jin non riuscì a trattenere un sorriso divertito.
    Quella giovane era davvero interessante, intraprendente e sicura di sè, però Jin non voleva ancora dire che era superba, serbava dentro un senso di curiosità verso le cose che le davano quell'aria non superba, ma affamata della vita, e assetata della conoscenza. Era umana, ora non aveva proprio più dubbi, neanche glielo chiese perchè sapeva già la risposta.
    La domanda che gli rivolse Morrigan la recepì un paio di secondi in ritardo, preso dai suoi pensieri.
    Prima volta in vita mia. Non so neanche perchè ci sono arrivato qui, forse ero curioso di visitare qualcosa di antico... o meglio, non troppo giovane.
    L'ultima parte della frase fu un piccolo indizio che Jin volle dare alla giovane, per vedere se lo recepiva. Non che gli interessasse far conoscere la propria identità, ma era curioso di vedere la sua reazione.
    Stava per aggiungere qualcosa quando all'improvviso il pavimento di mattoni sotto di loro cedette. Jin, e anche Morrigan al suo fianco, sprofondarono nelle viscere della città.
    Il problema era che sotto il pavimento della strada, vi era un'altra voragine di un pavimento sotterraneo, e i due caddero anche in quello. Per Jin non era un problema, poteva volare quindi sarebbe stato uno scherzo ritornare in superficie, se non che le macerie del primo pavimento, quello della strada, coprirono la seconda voragine, quella sotterranea del secondo livello.
    In pratica, loro due erano finiti nel terzo strato delle viscere della città. In questo modo, Jin non poteva risalire da dove erano arrivati. Poteva certo prendere rozzamente a pugni il soffitto coperto di macerie, ma così facendo era probabile che creava più danni che altro.
    Allora decise di guardarsi intorno, innanzitutto, per capire dov'era.
    Erano arrivati in una grande sala sotterranea, molto ampia, più della piazza, e molto alta. C'era poca luce, ma la poca che veniva era riflessa dai numerosi cristalli e minerali sparsi sulle pareti. Sembrava una specie di grotta, ma "ristrutturata" dagli antichi abitanti della città.
    Stai bene?, chiese a Morrigan accanto a lui. Nella caduta l'aveva afferrata come meglio aveva potuto, visto che non si aspettava una situazione del genere. Sperava di essere riuscito a proteggerla un po', se si fosse fatta male era un guaio lì sotto.
     
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  12. -Eris-
     
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    Assorta com'era nell'ascoltare Jin, in un primo momento credeva semplicemente di essere inciampata, e già si stava maledicendo per aver fatto una figuraccia davanti a quella nuova conoscenza.
    Poi si sente cadere, ed una sensazione di vuoto infinito si apre sotto di lei.
    Vertigini, brividi. Paura.
    Quasi come un gatto, sembra affilare le unghie per aggrapparsi a qualcosa. Per sua sfortuna, Jin era il più vicino che aveva trovato.
    Afferra il raggiungibile, infilando quasi le unghie nella sua pelle, lasciando molto probabilmente deii segni su quelle spalle muscolose.
    Riesce, nonostante la caduta, ad intravedere un secondo strato sotterraneo che li supera a gran velocità. Poi raggiungono in terzo strato, sul quale atterrano.
    Si trova aggrappata al ragazzo muscoloso, facendo si con la testa per rispondere alla sua domanda, per poi guardarsi attorno.
    Erano certamente innumerevoli metri sotto terra, eppure sembrava che lì sotto qualcuno era riuscito ad avventurarsi, scavando quei cunicoli.
    Esita ad allontanarsi da lui, ma lentamente lo fa, non senza avergli rivolto un sorriso complice.
    -Ottimo... Continuiamo la passeggiatina?-
    Fa, con ironia, guardandosi attorno.
    Doveva risalire a diverse centinaia di anni prima. Estrae nuovamente la mappa, ed ecco che quei contorti segni più scuri sulla mappa cominciano ad avere senso.
    Erano le strade sotterranee, e più scure erano tracciate, più profondo era il livello.
    Vi erano altri due livelli più bassi rispetto al loro. Morrigan mostra la mappa a Jin.
    -Direi che abbiamo avuto fortuna, saremmo potuti capitare molto più in fondo-
     
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    Nella caduta, Jin aveva preso in braccio Morrigan, non sapendo se aveva poteri che le permettessero di volare o simili, e la ragazza non perse tempo a ad aggrapparsi a lui, conficcando le unghie nelle sue spalle. Jin avvertì come una piccola puntura, ma in fondo non era nulla di grave, al massimo si poteva sgualcire un po' la giacca.
    Si sentì sollevato quando Morrigan gli fece cenno che stava bene, però lo spavento persisteva ancora visto che rimase un secondo di più aggrappata a lui.
    Jin sorrise al suo commento ironico, facendole un cenno con la mano.
    Ma certo, dopo di te.
    Si aspettò che la ragazza si incamminasse, ma invece gli mostrò la sua mappa.
    Sì, è vero. Ci è andata abbastanza bene. Anche se se non si fosse chiusa la voragine, saremmo potuti uscire da qui in un secondo.
    Jin guardò il soffitto, e poi tutt'intorno. Non poteva farsi strada nella roccia, troppo pericoloso. Dovevano trovare l'uscita naturale del luogo.
    Prima di procedere, però, Jin approfittò del momento per studiare un po' i segni sulle pareti. Erano strani, non riusciva a capire cosa fossero. Però, da quando erano arrivati lì, uno strano vento gelido sbatteva sulla sua pelle, un vento innaturale in quel luogo.
    "Sta' attento, questo posto non mi piace."
    "Sì, c'è qualcosa di strano qui.."
     
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  14. -Eris-
     
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    Non trattiene un sorriso nel guardarlo così assorto nel guardare le pareti.
    Non le sembrava ci fosse nulla di strano, in fondo. Solo delle indicazioni, nell'antica lingua.
    O almeno, questo le diceva Flemeth, a proposito di quel luogo.
    Ma, tra le tanto cose che aveva imparato da Flemeth, la prima riguardava il fatto che MAI avrebbe dovuto fidarsi ciecamente di lei.
    Fa un sospiro, palesemente infastidita dall'aria pesante di quel posto, e dalla puzza che quel luogo emanava.
    Sembrava quasi puzza di... Morti...
    Si muove di alcuni passi in direzione di una delle pareti laterali. Posa la mano su di essa, poi picchietta leggermente.
    Sulla mappa non vi era scritto nulla al riguardo, eppure dall'altra parte del muro sentiva rimbombare.
    Si volta verso il ragazzo, ancora impegnato ad osservare le iscrizioni, per poi tornare a concentrarsi sul muro, che ora le appariva così leggero.
    Bussa con più forza, ed ora il suono di vuoto si fa più netto, tanto da arrivare all'orecchio di Jin.
     
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  15. Tysdagr
     
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    Le rovine erano un posto polveroso.
    Molto polveroso.
    Grunt non amava quegli scheletri di pietra, monito della fugace gloria dell'uomo dinnanzi alle avversità del Fato.
    Ma quell'odore, l'odore della sconosciuta incontrata prima, lo aveva attirato fin lì, anche perché mischiato ad un lezzo che solo un altro essere decisamente di sesso maschile poteva emettere.
    Lucien giunse per primo nella piazza, arrivando il secondo mannaro qualche minuto dopo.

    Anf, anf, ma tu corri sempre...anf...così veloce? mentre Grunt prendeva fiato, Roger, che sino ad allora li aveva seguiti via aerea, atterrò sulla spalla del suo compagno.

    Curioso...

    Che cosa?

    Sembra che in questo punto ci sia stata una frana di recente.

    I due mannari, Roger e il lupo di Lucien si affacciarono su di una voragine da cui ancora usciva la polvere.
    Sotto di loro, un cunicolo buio.

    Sento l'odore di quelli che stiamo seguendo, sono scesi di qua sentenziò Grunt ma mi sembra strano che qualcosa sia crollato!
    Questo posto è solido come una roccia!
    e per dimostrare quanto affermato, diede una martellata alla strada.

    Crack. Craaack. Craaackiticraaak.

    Uh-oh...

    Ti odio...

    Tutta la strada superiore franò sotto di loro.
    I due mannari cominciarono a saltare di roccia in roccia, cercando di mantenersi in superficie, ma la martellata di Grunt aveva colpito l'immaginario punto che manteneva in equilibrio una volta di circa un chilometro di diametro, causandone il totale crollo strutturale.
    Il variopinto gruppo precipitò nel secondo cunicolo, cominciando a correre a perdifiato per evitare l'immensa massa di pietre rotolanti che si era scatenata alle loro spalle.

    Per di qua! gridò Roger, tuffandosi in una fessura nella roccia.
    Lucien e Spettro lo seguirono agilmente, mentre Grunt rimase incastrato con il fondoschiena lupesco nell'apertura.
    Una roccia più solida delle altri lo colpì violentemente nelle terga, facendolo schizzare addosso ai compagni, chiudendo l'apertura in cui si erano infilati.
    A causa dell'impatto con Grunt il gruppo iniziò a ruzzolare per un pendio invisibile sino ad allora, finché non atterrarono su una superficie solida.
    Grunt aprì gli occhi e furono due le immediate constatazioni.
    Tutti i suoi compagni erano illesi, a qualche metro da lui.

    ...e io sono caduto sul morbido! disse, tastando il corpo di qualcuno che era sotto di lui.
    Poi la vide, davanti a sé ciao bimba!
     
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