I pensieri di un demone

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  1. ‡ «The Defender» ‡
     
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    Narrato
    Pensato
    Comunicazione mentale
    Parlato
    Parlato Altrui
    scheda Vinerion


    Era notte. Pesanti nuvoloni grigi avevano nascosto la luce della luna, portando l'oscurità sul castello. Solo le stelle fornivano un minimo di visibilità nel buio, ma le rovine di quel palazzo, con quell'illuminazione particolare, era ancora più inquietante del solito.
    Un ripido sentiero, che era percorso da una figura nascosta da un mantello nero e viola, portava all'entrata del castello diroccato, il cui cancello era stato smantellato probabilmente da qualche bandito per rivendere il legno o riusarlo.
    La figura incappucciata continuava a camminare con passo tranquillo e abbastanza lento. Piano, piano raggiunse l'entrata del palazzo, e guardò verso l'alto: le mura, pur essendo in molti punti distrutte, si ergevano sopra di lui in tutta la loro antica maestosità.
    La figura sorrise da sotto il cappuccio. Tutto era esattamente come si ricordava. Con la solita calma, attraversò il portale, ritrovandosi all'interno del castello: ovunque si potevano osservare detriti che occupavano intere porzioni del pavimento, probabilmente un tempo di marmo bianco o con qualche strano disegno; le porte erano state tutte scardinate e abbattute, tanto che l'ombra dovette oltrepassarne alcune per riuscire a passare; il soffitto del salone di ingresso era in parte crollato, ma quello era normale, visto che era in legno.
    La figura in nero raggiunse con andatura tranquilla la base dell'enorme torrione che una volta conduceva alla maestosa sala del trono. Iniziò a salire gli scalini in pietra, stando attento a dove metteva i piedi in quanto l'appoggio poteva mancargli da un momento all'altro. L'incappucciato infine entrò nella sala del trono, o almeno in quella che sarebbe dovuto essere la sala del trono: gli stendardi erano stati staccati dal muro e bruciati in roghi per la stanza, ogni quadro di valore era stato portato via mentre quelli che non valevano nulla giacevano a terra distrutti; il sangue macchiava ciò che rimaneva dei muri, dando un sentore di morte a chiunque fosse entrato lì dentro; il soffitto era completamente assente, lasciando così visibili le stelle. La figura sapeva che lì il pavimento non sarebbe crollato in quanto era tutto in pietra, rossa dal sangue che lo macchiava. Solo due cose erano intatte in quel posto: il muro sul quale era rappresentata la scena di una antica e maestosa battaglia, tenuta in piedi forse dal timore che coloro che avevano causato quel disastro avevano nel distruggere un'opera di tal valore e il trono, che era girato, per qualche strano motivo, verso un'enorme finestra. L'incappucciato si sedette sul trono, appoggiando le braccia sui braccioli. Due mani artigliate uscirono dal mantello, rivelandosi pericolose anche per il trono stesso che venne graffiato anch'esso da quelle armi così pericolose. Una pesante spada che risplendeva di fiamme azzurre e che assomigliava ad una specie di mannaia fu appoggiata al lato destro del trono, illuminando in modo inquietante il volto della figura seduta. Vinerion era seduto sul trono, che osservava il panorama: sulle colline davanti a lui si era svolta una vera e propria carneficina, e lui ne era il responsabile indirettamente: uno stupido mago lo aveva invocato per volere del suo altrettanto stupido re, e quello era stato il pagamento che il demone aveva riscosso. Un'intero castello messo alle fiamme, tutti gli occupanti uccisi brutalmente, la guarnigione spazzata via da un esercito di mercenari. Il demone aveva tenuto per sé il re del castello, che avrebbe passato un'esistenza immortale tra le fiamme dell'inferno e le torture dei demoni. Vinerion sorrise. Quanti bei ricordi...
     
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  2. «« Shaul »»
     
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    Nathlija
    parlato
    "pensato"
    narrato

    Come un'ombra impalpabile, una giovane figura comparve nel buio. Avvolta da un lungo e sottile mantello scuro, con una maschera candida ed inespressiva sul volto coperto dal morbido cappuccio, comparve ombra tra le ombre, impalpabile e silenziosa. Inspirò l'aria frizzante della sera, chiudendo gli occhi rossi luminosi ed incorniciati dalle lunghe e folte ciglia. Percepiva ogni cosa di quel luogo distrutto abbandonato... Face scivolare un braccio fuori dal mantello, per poter sfiorare le pietre squadrate delle mura affianco a lei. Sangue, dolore, fuoco...
    Distruzione.
    Ritirò il braccio elegante e sottile, mentre le dita guantate rimanevano sospese qualche istante ancora a sfiorare la pietra irregolare. Senza provocare un solo suono, Nathlija si avvicinò al portale che permetteva l'ingresso alle mura interne ed alla cittadella, distrutto. Gli stivali non facevano un solo rumore sul selciato e la sua aura potente era ridotta unicamente al suo corpo. Scura, palpitante e nobile, era a livelli minimi, come sempre.
    Alzò gli occhi verso il cielo. Verso il torrione, a venti metri sopra di lei.
    Percepiva una scia. Un odore. Intenso, fresco, familiare e differente al tempo stesso. Oh, aveva una traccia che già conosceva, ma era lievemente diverso. Più che lievemente, qualcosa in quel demone - perché di demone si trattava, e se non errava anche lo conosceva - era mutato. Eppure...
    Nath spiccò un alto salto, raggiungendo i quattro metri di altezza senza sforzo. Nel mentre spostò con un braccio il mantello, spostandolo da un lato, perché non impacciasse le ali... Ali che evocò, enormi e nere con spuntoni ossei candidi in contrasto. Due rapidi battiti e si ritrovò al livello di una finestra enorme. Doveva essere vetro limpido e puro, una volta, ma adesso era in pezzi.
    Nath atterrò con grazia ed in perfetto silenzio sul cornicione interno, appoggiandosi lievemente con un gesto elegante delle dita guantate allo stipite alla sua destra.
    I suoi occhi rossi, dietro alla maschera che fece scivolare all'indietro insieme al cappuccio non avevano occhi che per la muscolosa figura incappucciata adagiata da re oscuro e crudelmente vincitore sul trono di quella sala devastata ed impregnata dell'odore intenso e vecchio del sangue umano. Le sue iridi vermiglie e risplendenti nel buio lo inchiodarono, con un raro scintillio di interesse al loro interno.
    Sei tu, Vinerion. disse, semplicemente, mentre osservava la figura. Anche se era incappucciato la muscolatura e l'abbigliamento li ricordava. E gli artigli... Quegli artigli, erano solo suoi. Ma dal lembo di pelle lasciato libero dalla casacca notò anche che era meno violaceo e... Quel cappuccio non mostrava il rigonfiamento delle corna. Inoltre, osservandolo in meno di un secondo si rese subito conto che era vagamente mutato. Non solo il suo odore quindi, ma anche qualcosa di nuovo. Ma non l'atteggiamento, a giudicare dalla postura.
    Nath sorrise, lievemente, con la pelle bianca come la luna color porcellana resa scura dalle nuvole che coprivano il cielo. Non c'era luce, ma era l'abbigliamento stesso di Vinnerion a donare una vaga luminescenza alla stanza. Un vento leggero le agitò appena i lunghi, lisci e scalati capelli neri, mentre lei eccezionalmente accennava ad un sorriso beffardo.
    Ovviamente, non incrociò il suo sguardo. Lo scintillio vermiglio del suo si posava sul cappuccio che gli copriva il viso, pronta a distoglierlo con la sua nota rapidità.
    Immaginavo fossi in questo regno, ma non mi aspettavo di trovarti. Duca, avete lasciato dietro di voi una scia di sangue magico impressionante... disse, passando al voi riconoscendogli il titolo. Lei era la figlia di Lucifero, un'arma slegata dalle gerarchie, ma non per questo, pur essendo principessa legittima di sangue reale, non doveva rispettare le cariche altrui. Come se Vinerion non se la fosse meritata...
    • Agilità potenziata: si può muovere così velocemente da risultare quasi invisibile all'occhio, e può raggiungere più di quattro metri di altezza con un salto. Le mani possono trovare ogni tipo di appiglio, ed ha un equilibrio infallibile. (passiva)
    •Sensi sviluppati: (passiva) gli occhi rosso di Nath vedono al buio, ma in bianco e nero. Le orecchie sentono ogni fruscio, da buon predatore, ha un olfatto sviluppatissimo, come il gusto, dal quale è in grado di percepire la presenza o meno di veleni o ingredienti avariati.
     
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  3. ‡ «The Defender» ‡
     
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    Un'ombra veloce nascose una piccola porzione del panorama alla vista del demone, che per un istante si accigliò, ma si calmò quasi subito, riconoscendo le ali, le forme di colei che gli si era parato davanti.
    mia signora, che piacevole sorpresa incontrarla qua. Le dispiace se non le lascio il trono? Me lo sono, per così dire, conquistato... disse il demone, accennando un sorriso da sotto il cappuccio. lei dice che la quantità di sangue magico dietro di me è impressionante? beh, in qualche modo mi devo conquistare la cena, ma sbaglio forse?
    Il tono della voce di Vinerion era tranquillo, calmo e rilassato. Colei che era di fronte a lui era la figlia di lucifero, una letale assassina, nonchè una delle spie migliori delle lande infernali. Il demone evitò di guardare negli occhi la ragazza ben sapendo che, se il suo sguardo era pericoloso per l'avversario, la donna era potente quanto un demone succube.
    Il duca notò l'espressione lievemente accigliata dell'assassina alla vista della quasi assenza di corna e della pelle più chiara, e si mise a ridere. Stia tranquilla, mia cara principessa, il mio aspetto è mutato soltanto per adattarsi agli esseri umani e ingannarli al meglio, non appena tornerò nell'inferno il mio aspetto tornerà quello originale.
    La pesante mannaia iniziò a risplendere di azzurro, le fiamme demoniache ravvivate dalla presenza di due demoni del loro calibro. Dopotutto, uno era un duca infernale, colui che comandava su decine di legioni, l'altra era la figlia di Lord Lucifero, colei che era cresciuta nelle profondità del palazzo di Satana tra coltelli e armi di vario genere. Non era da sottovalutare, anche se Vinerion sapeva, o almeno pensava, che non lo avrebbe attaccato.
    Dal nulla, il silenzioso leone nero simbolo di Vinerion comparve da dietro il trono, acciambellandosi ai piedi del padrone. Gli occhi azzurri dell'animale erano fissi sul demone, tenendola quasi sotto controllo. Non aveva nessun intento malvagio, solo era attirato da quella figura che il suo padrone conosceva così bene.
    Mi dica Lady Nathlija, come sta il Lord suo padre? sa, sono lontano dall'inferno da tanto tempo, e alcune informazioni non le riesco a ricevere... Ah già, il sangue se le interessa non è mio, ma di un angelo oscuro con cui ho avuto una scaramuccia... Nulla di che, dovrebbe aver capito qual'è il suo posto.
    Pronunciò ogni parola con tranquillità e calma, sicuro di sè come sempre. Quella donna, seppur pericolosa, non lo intimoriva assolutamente, tanto che Vinerion sorrise tranquillo al suo interlocutore dal suo trono. Gli occhi del demone, intanto, vagavano ben oltre Nath, ammiravano il panorama, ripercorrendo ogni singolo istante della battaglia svoltasi in quei luoghi. Come aveva adorato tutto il sangue che aveva bevuto ala fine del massacro. Aveva persino ricevuto un sacrificio dagli invasori, visto l'aiuto che aveva fornito loro. Senza di lui, non ce l'avrebbero mai fatta a conquistare il castello... e lui si era preso le anime dei figli dei barbari come pagamento insieme al sacrificio. Si, quello era stato davvero un bel banchetto.
     
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  4. «« Shaul »»
     
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    Nathlija scivolò lentamente e sinuosamente giù dalla finestra, mentre le ali ritornavano rapide e silenziose dentro la sua schiena. Tranquilla, non temendo molto da un alleato di suo padre, si avvicinò con calma da un lato della stanza, mentre si slacciava il mantello. Non aveva bisogno di celare il suo corpo, con qualcuno della sua razza.
    Resta comodo. Tanto hai tutta la notte per ammirare la tua vecchia opera. disse piatta, senza animosità o gioia. Solo una voce, morbida e sensuale, ma atona e piatta. Fece scivolare lo sguardo sul demone, distratta, mentre il mantello cadeva dalle sue spalle, mostrando le vesti aderenti e comode, e tutto lo splendore del suo corpo. Sulla schiena due fendenti di scaglie coprivano l'attaccatura delle ali, e dallo spacco era ben visibile il suo tatuaggio a forma di rampicanti.
    Vinerion parlò: Stia tranquilla, mia cara principessa, il mio aspetto è mutato soltanto per adattarsi agli esseri umani e ingannarli al meglio, non appena tornerò nell'inferno il mio aspetto tornerà quello originale.
    Lei non disse niente, ma guardò fuori dalla finestra, alla sinistra del trono. La mannaia iniziò a risplendere, illuminando meglio la stanza. Lei ne distinse così i colori, preclusile dalla sua vista notturna.
    Il leone di Vinerion comparve dal nulla. Lei lo guardò, sorridendo lievemente.
    Sei riuscito a farlo arrivare fin qui, allora. disse, alludendo alla bestia ed al problema del passaggio da Gehenna all'Assiah.
    Mi dica Lady Nathlija, come sta il Lord suo padre? sa, sono lontano dall'inferno da tanto tempo, e alcune informazioni non le riesco a ricevere... Ah già, il sangue se le interessa non è mio, ma di un angelo oscuro con cui ho avuto una scaramuccia... Nulla di che, dovrebbe aver capito qual'è il suo posto.
    Nath si avvicinò al trono, appoggiandosi allo schienale con disinvoltura, da dietro. In questo modo stava dietro a Vinerion, senza alcun intento ostile, ad osservare a sua volta il panorama devastato. Le nuvole stavano iniziando a diradarsi.
    Un angelo nero? Mmm... E cosa ci faceva sull'assiah? si informò, vagamente interessata. Si mise comoda, appoggiando la testa al braccio sinistro a sua volta appoggiato allo schienale e lasciando a penzoloni quello destro in avanti, vicino al volto del demone, quasi a volerlo stuzzicare. Anche coperte dai lunghi guanti le sue braccia erano davvero meravigliose, eleganti ed armoniose. Le dita poi, con gli artigli ritirati, erano sottili e belle come quelle di una scultura che avesse per magia preso vita. La lectrifus, in forma di elaborato bracciale nero al suo polso, risplendeva di un vago bagliore violaceo. In quell'arma vi era un frammento dell'anima del padre... Quanto quel poco bastasse a renderla invincibile...!
    Sua eccellenza mio padre sta meravigliosamente bene, come negli ultimi secoli a questa parte. disse, rispondendo al demone e guardando oltre la finestra, mentre i lunghi capelli neri le coprivano armoniosamente le spalle e parte della schiena. Ancora non hai trovato qualcuno che ti riporti indietro... Io ho tutte le informazioni che mi interessano, se vuoi saperlo. Anche io dovrò ritornare, tra un po'. disse, rimanendo volutamente sul vago. Non erano affari di Vinerion e lei, come spia personale del padre e come principessa, godeva di molti privilegi; uno di questi era la libertà di agire come meglio riteneva e... Il dover rispondere solo ed esclusivamente al padre. Agli altri, il silenzio.
     
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  5. ‡ «The Defender» ‡
     
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    Si, sono riuscito a farlo passare, ma purtroppo delle mie legioni è l'unico che non ha prosciugato completamente le forze dell'evocatore, però rimane comunque un risultato notevole. Rispose il demone all'affermazione di Nath, sorridendo a sua volta. Quella donna era bellissima, ma Vinerion sapeva di dover resistere: un demone succube era nulla in confronto a lei.
    Vedendo che la principessa infernale si posizionava appoggiata allo schienale del trono, il Duca tornò ad immaginare la battaglia svoltasi in quel luogo, di cui ricordava ogni particolare: la comparsa dal nulla delle truppe degli invasori, le fiamme lanciate dalle catapulte che bruciavano ogni cosa sul loro cammino, le ossa spezzate, il sangue che scorreva nei fiumi, le vite che venivano portate via dalla mietitrice, le anime che sfuggivano alle sue grinfie e finivano nello stomaco del demone. Tutto ciò era avvenuto quando Vinerion non era ancora un duca importante, ma ogni particolare era rimasto fisso nella sua mente.
    A malapena sentì le parole dell'altro demone che gli stava chiedendo che cosa ci facesse un angelo oscuro sull'assiah.
    a quanto ho capito quando siamo stati cacciati dal paradiso, lui è stato spedito qui invece che nelle lande infernali con il lord vostro padre. Non era molto potente, anche se aver incontrato uno psion del mio calibro non deve essere stato un bell'avvenimento per lui.
    disse infine il demone, ripresosi.
    Adesso, un braccio di Nath pendeva accanto a Vinerion, quasi a provocare il demone. Il duca, tuttavia, lo ignorò, continuando a ripercorrere la strage con la mente.
    Al sentire la ragazza dire che conosceva il modo per tornare a Gehenna, Vinerion si riscosse in un lampo, ma si calmò quasi subito. Il suo piano prevedeva si il ritorno nelle lande infernali, ma non subito... Prima doveva fare delle cose sull'Assiah.
    Mi dispiace, mia principessa, ma non sono interessato. Ho degli affari da sbrigare prima di poter ritornare all'inferno.
    Si, il suo obbiettivo si trovava in quel mondo, ma non avrebbe mai chiesto l'aiuto di quella donna. Troppo rischioso.
     
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  6. «« Shaul »»
     
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    Vinerion non reagì alle sue velate provocazioni, come si aspettava da lui. No, Il duca Vinerion non pareva essere cambiato. Nath sorrise, alle sue spalle, sapendo di non essere vista.
    Il demone, d'altro canto, era perso tra i suoi piacevoli ricordi di crudeltà. Lei non condivideva, il suo autocontrollo sopiva qualsiasi emozione, compresa la sete di sangue demoniaca... Ed era quello a renderla un'arma estremamente preziosa ed affilata. La forza dell'estrema purezza della razza demoniaca... Priva dei suoi punti deboli ed colma di nuovi affascinanti punti di forza.
    a quanto ho capito quando siamo stati cacciati dal paradiso, lui è stato spedito qui invece che nelle lande infernali con il lord vostro padre. Non era molto potente, anche se aver incontrato uno psion del mio calibro non deve essere stato un bell'avvenimento per lui.
    Certo che no... L'hai ucciso? chiese atona, anche se interessata. Perché era caduto sull'assiah e non all'inferno? Non era un errore da poco, e per di più non ne aveva mai sentito parlare. Era stato davvero un errore o L'angelo era più potente di quanto sembrasse? E se fosse stato così, COME mai non ne sapeva nulla? Il suo compito era osservare e riferire... E mai sottovalutare.
    "potrebbe essere un qualcosa di più grande" pensò, senza che nulla in lei lasciasse trapelare i suoi pensieri "devo trovare quell'angelo, se è vivo. Altrimenti speriamo che non abbia sfigurato eccessivamente il cadavere." pensò, fredda e lucida.
    Vinerion si riscosse di colpo, e lei notò con interesse tinto di una punta di piacere perverso un impercettibile guizzo di un muscolo della mano destra, unica sua esternazione di sorpresa. Nessuno mai l'avrebbe notato, e probabilmente nemmeno Vinerion se n'era reso conto, ma il corpo era una chiacchiera continua... E lei li conosceva alla perfezione.
    Mi dispiace, mia principessa, ma non sono interessato. Ho degli affari da sbrigare prima di poter ritornare all'inferno. disse lui, con calma.
    Nath decise di rigirare un po' il coltello nella piaga. Si chinò, lenta e sinuosa come un serpente in avanti, appoggiandosi con le braccia allo schienale che sorreggevano tutto il suo peso senza sforzo e lasciando le lunghe e belle gambe a penzoloni, tese nel vuoto. In questo modo giunse fino a portare le labbra morbide e dalla splendida forma, identiche a quelle del padre, all'altezza dell'orecchio destro di Vinerion, senza toccarlo poiché era coperto dal cappuccio. Quello stesso accorgimento impediva ai due di incrociare i rispettivi sguardi.
    Ma come, duca, avete qualcosa da fare qui, nella terra degli hominem, l'assiah? chiese, con voce morbida Non è forze il vostro primo dovere quello di rispondere alle chiamate di sua eccellenza mio padre, che vi ha affidato delle legioni infernali? Io sono qui come sua portavoce dunque, ditemi: cosa vi trattiene dal non ubbidire al suo eterno ordine di fedeltà? Se prima eravate scusabile, riconosciutivi i vostri assidui e sanguinosi sforzi per il ritorno a casa, ora che io vi offro l'agognata possibilità di soluzione ottengo un rifiuto, per quanto squisitamente cortese? la sua voce era calma, suadente e pericolosa. Con il viso del padre ricordava al duca i suoi doveri, lei, specchio e figlia di Lucifero.
    Ma forse mi sbaglio, e dunque sono qui per verificare. Di certo sapete che le vostre legioni sono in mano ad un sostituto. La cosa mi ha lasciata interdetta, dovrebbe essere lo stesso per voi, anzi, in maniera lungamente peggiore. Fuga i miei dubbi, servo di satana. Comunica alla serva fedele e leale del tuo signore il motivo che ti eviterà la punizione del diavolo. Cosa ti trattiene, di più importante dei tuoi eterni doveri?
     
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  7. ‡ «The Defender» ‡
     
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    Il duca ascoltò con calma le parole della demonessa, quasi sapesse già ciò che ella gli stava dicendo.
    Quando la ragazza terminò il suo discorso con la sua voce suadente ma pericolosa allo stesso tempo, Vinerion si alzò in piedi, scostando così il proprio viso da quello di Nath, e si avvicinò ancora di più alla enorme finestra che aveva di fronte.
    Ma come, mia principessa, lei osa dubitare del mio delle mie decisioni? ovvio, lei è la figlia del mio sovrano, ma se lord lucifero mi avesse voluto comunicare qualcosa me lo avrebbe fatto già sapere tramite i molti portali che ho aperto in tutti questi anni per trovare una via per tornare alle lande infernale o almeno lo avrebbe potuto fare uno dei suoi subordinati, lei non crede?
    La voce del demone era forte, ma allo stesso calma, lasciava trasparire una enorme sicurezza nelle proprie capacità, capacità di cui la stessa Nath era sicuramente a conoscenza.
    Io non sto rifiutando l'invito del mio signore, tutt'altro continuò il demone, posando una mano sull'arcata che componeva la finestra sarei più che disponibile a far ritorno come guida delle mie legioni ma, come ho già detto, in questo momento non mi è concesso, o almeno, ho altro da fare...
    lentamente si girò, fissando la succube da sotto il cappuccio. Le braccia erano rilassate lungo i fianchi, ma pronte ad ogni tipo di reazione.
    Riferisca questo a suo padre: io non rimango in queste terre solo perchè non trovo un mago abbastanza potente da sfruttare per fare ritorno al suo fianco, ma perchè sto preparando una cosa che scuoterà questa dimensione nel profondo, e tutto accadrà nel nome di lord lucifero.
    Il demone sorrise, sicuro di sè e delle proprie idee. Lui combatteva per Lord lucifero, non per la principessa, e la sua presenza in quella dimensione non avrebbe cambiato nulla. Anzi, avrebbe velocizzato ogni cosa.
    Tornò al trono, per recuperare la propria spada, che al suo tocco si accese di fiamme di un azzurro intenso, quindi, sistemata sulla schiena, tronò a guardare fuori dalla finestra, ignorando Nath e ciò che faceva. In ogni caso, era pronto a qualunque reazione.
    Mentre osservava il panorama di morte e desolazione, una lieve brezza soffiava, muovendo leggermente il pesante mantello. Vinerion doveva solo accumulare ancora più potere magico, poi sarebbe stato pronto...
    Il demone aprì le ali, ma non tanto per volare via, ma solo per godere della brezza. Le piume, come sempre, risplendevano di una luce sanguignea, resa ancora più inquietante dalla lama sulla schiena che emanava un bagliore azzurro creato dalle fiamme che scorrevano al centro della lama.
     
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  8. «« Shaul »»
     
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    Le labbra di nath si incurvarono in un seducente sorriso beffardo. Scivolò sul trono lasciato libero, sedendosi comoda ed accavallando le lunghe gambe, osservando il demone da dietro. Ne osservò ogni particolare, sia come donna che come predatrice.
    Riferisca questo a suo padre: io non rimango in queste terre solo perchè non trovo un mago abbastanza potente da sfruttare per fare ritorno al suo fianco, ma perchè sto preparando una cosa che scuoterà questa dimensione nel profondo, e tutto accadrà nel nome di lord lucifero.
    Nath chinò il capo. Non avendo accettato posizioni di rilievo a parte quella di spia personale di suo padre - che non avrebbe per natura potuto mai rifiutare - in caso di ordine diretto lei doveva obbedire a un duca superiore come Vinerion. Anche se erano quasi alla pari e lei aveva quasi più privilegi, dato il suo lignaggio.
    Lo consideri fatto, duca. disse, divertita. Era un così raro sfoggio di emozioni da parte sua che quasi se ne stupì. Eppure lo scontro con Aiedail e la permanenza sull'assiah la stavano cambiando, c'era poco da fare. Non poteva negarlo, ma solo sperare di riuscire a celarlo agli altri e a tenerlo sotto controllo il più a lungo possibile.
    In quella, la lecrifus le mandò una scossa di dolore, di energia nera e intensa, che le fece contrarre il braccio. Gemette, piegandosi involontariamente su se stessa, senza poterselo impedire.
    Il viso divino di suo padre le apparve davanti agli occhi, per un istante, e un ordine balenò all'improvviso nella sua mente, violento, causando involontario dolore. Serrò le palpebre, sperando, che vinerion fosse rimasto girato, e che quindi non l'avesse vista.
    Anzi disse appena con un sussurro strozzato, di dolore Sua Altezza ne è già al corrente. e oltre a quello vi erano altri ordini.
    Alzò lo sguardo, alzando la schiena e appoggiandola, stanca, allo schienale duro del trono,i capelli sciolti sulle spalle. Era oscurato di pensieri.
    Non tutti sapevano fino in che modo lei era legata a suo padre, al modo in cui si allungava la sua catena. Non solo il collo e il cuore, ma l'anima stessa, fusa con il frammento di quella del padre dentro l'arma che era la sua carta Letale e vincente ma anche la sua condanna. Lei era letteralmente lo sguardo e le orecchie di suo padre. Le loro anime erano fuse insieme. Anche se ad averne tutti i vantaggi era suo padre, ovviamente. Lui era sempre presente, all'occorrenza.
    Ma era un segreto. Non sapeva se vinerion ne era al corrente (del legame dell'anima, il fatto che la lecrtifus fosse stata forgiata con un frammento dell'anima del dio oscuro era di dominio pubblico) e di certo lei non ci teneva a fargli conoscere quella sua debolezza. Tanto che con il nuovo potente ordine che suo padre le aveva dolorosamente impartito.
    Aiutalo.
     
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  9. ‡ «The Defender» ‡
     
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    Vinerion continuò ad osservare il panorama dalla finestra, immaginando per l'ennesima volta la cruenta battaglia che si era tenuta in quella piana. Gli balenarono davanti le teste decapitate, i corpi carbonizzati dalle frecce incendiarie e quelli schiacciati dai colpi di catapulta e di trabocco. Quello era stato un assalto in grande stile, che lui stesso aveva ordito dall'interno delle mura. Dopotutto, il mago che l'aveva evocato doveva pagare un prezzo, così come il re che gli aveva richiesto un servigio...
    In tutto questo, non aveva mai distolto una parte della sua attenzione alla demonessa. Era di rango inferiore al suo, questo è vero, ma rimaneva pur sempre la figlia di Lord Lucifero, suo Signore, dunque anche lei godeva di un certo rispetto, mai grande, però, come quello per il signore delle lande infernali. Proprio per questo, non gli sfuggì il gemito di dolore emesso da Nath, ma non si girò, fece finta di nulla. Sapeva bene quanto doloroso fosse per un demone di alto lignaggio essere visto debole ed indifeso, e non voleva toccare l'orgoglio della succube, anche se la tentazione c'era ed era forte.
    Sono contento che Lord Lucifero sappia già delle mie intenzioni disse Vinerion, con un tono pacato, ma tranquillo. Nath era debole in quel momento, e poi non aveva paura di un qualche attacco in quel momento. I vostri metodi di comunicazione con il nostro Signore sono lodevoli, nonchè di grande efficacia, sicuramente più funzionali dei miei.
    Il demone poggiò la mano sul lato dell'enorme finestra, graffiando leggermente i mattoni, cosicché una leggera polvere si deposito sul palmo. Vinerion la strinse, quindi la lasciò cadere, facendola spingere dal vento, che la disperse verso la landa desolata che si stendeva di fronte a lui. Le enormi ali erano sempre aperte, a godersi il vento.
    Mia cara Nath, questa terra è come la polvere... E presto, se il mio piano andrà in porto, sarà spinta via da un vento, un vento infernale che spazzerà via ogni essere vivente... ed allora, il nostro Lord avrà ciò che gli spetta, così come noi signori infernali.
     
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  10. «« Shaul »»
     
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    Nath, accasciata sul trono, stravolta per il dolore nell'anima che aveva provato con il contatto con l'anima di suo padre serrò i denti candidi, alzando il capo in un ringhio silenzioso. Dolore... Fu percorsa da un altro brivido, sempre di sofferenza, respirando piano mentre i suoi denti apparivano più animali ed affilati e la pupilla dei suoi occhi diveniva una fessura, come quella dei serpenti o dei felini
    Sono contento che Lord Lucifero sappia già delle mie intenzioni disse Vinerion, molto pacato, e Nath seppe che aveva cambiato tono per non ferirla, facendola vergognare per quel dolore. Strinse entrambi i pugni, in un istante di furia, che annegò nel nulla l'istante successivo. Il desiderio di morte demoniaco si era affacciato per un istante sulla sua anima resa debole da quella violazione, ma lei era Nathlija, e non era un demone mortale. In lei scorreva il sangue demoniaco più puro esistente... Vinerion poteva essere potente quanto voleva, influente ed importante ma non avrebbe mai potuto eguagliare la sua purezza di sangue, il suo altissimo lignaggio. E le conseguenze... Buone ma soprattutto, forse, cattive.
    I vostri metodi di comunicazione con il nostro Signore sono lodevoli, nonchè di grande efficacia, sicuramente più funzionali dei miei. osservò il duca, sempre pacato. Nath si tirò su a sedere, raddrizzandosi, gelida e più pericolosa che mai, ora che aveva annegato di nuovo e completamente tutte le sue emozioni. Come sempre, come era nella sua natura.
    Si alzò.
    Mia cara Nath, questa terra è come la polvere... E presto, se il mio piano andrà in porto, sarà spinta via da un vento, un vento infernale che spazzerà via ogni essere vivente... ed allora, il nostro Lord avrà ciò che gli spetta, così come noi signori infernali.

    Lo spero bene... sussurrarono le sue labbra, all'imporvviso, vicinissime a Vinerion, Si era mossa in un lampo, nuovamente al massimo. Perché sai, Vinerion, il nostro signore ha nuovi ordini... Buone notizie per te, davvero sussurrò, scandendo ogni singola sillaba vicino al suo orecchio, nascosto dal cappuccio.
    Devo aiutarti. Questo è l'ordine, Duca. disse, improvvisamente gelida.
    Se Vinerion avesse rifiutato, be', sarebbe contravvenuto ad un ordine diretto di Lucifero e la Lectrifus ci avrebbe messo poco a rimetterlo in riga. Anche se uno scontro era l'ultima cosa che Nath desiderasse, la sua volontà non faceva testo, in quel momento. Lei era gli occhi e le orecchie di suo padre e l'attenzione del suo signore, in quel momento, era ancora lì con loro, in quel bracciale incatenante che la principessa infernale aveva al polso. Tuttavia, per aiutarlo davvero aveva bisogno di sapere qualcosa sul suo piano, giocoforza. Dunque... cosa avrebbe fatto Vinerion?
    Qualcosa in lei desiderava quasi che rifiutasse...
     
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  11. ‡ «The Defender» ‡
     
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    Nath fu veloce ad avvicinarsi, tanto che Vinerion quasi non se ne accorse, ma non battè ciglio quando sentì la figlia di Lucifero alle sue spalle. Il duca si sentiva completamente al sicuro: in uno scontro era in vantaggio, e la stessa Nath era a conoscenza di questo dettaglio, ne era certo.
    Vinerion continuò a osservare il cielo,dal quale erano ormai scomparse le nuvole, rivelando così la splendente luna, la quale donava al mondo un'atmosfera ancora più spettrale. migliaia di anime erano state falciate in quel luogo, e molte erano divenute il pasto del demone.
    Si alzò una leggera brezza, che scosse leggermente il cappuccio del duca. Le ali erano ancora aperte, e per un istante il demone volle spiccare il volo. Scomparire, perdersi nel cielo, alla ricerca di uno sventurato mago abbastanza potente da sfamarlo. Percorse con lo sguardo l'antico campo di battaglia sottostante: erano passati ormai dei millenni, ma ricordava perfettamente i volti disperati delle guardie, i cancelli sfondati e la gente che urlava, dolce musica per le sue orecchie. Ma, sopra ogni cosa, ricordava la disperazione degli assedianti, entrati nella sala del trono: il re era stato squartato, e di fronte a loro il potente demone Vinerion stava bevendo il sangue del disgraziato mago che lo aveva evocato.
    Tutto ciò, provocò nel demone un leggero brivido, dettato dalla forte sete di sangue che lo pervadeva.
    A parte ciò, esternamente rimase calmo e tranquillo mentre Nath gli parlava. Vinerion sapeva bene che ciò che gli veniva detto arrivava da Lucifero in persona, e anche per un Duca potente come lui, tali parole erano legge.
    Lo spero bene... Perché sai, Vinerion, il nostro signore ha nuovi ordini... Buone notizie per te, davvero
    Ogni sillaba venne detta con chiarezza, segno che il messaggio doveva essere recepito. Le parole seguenti giunsero inesesorabili, cariche di una freddezza che solo un demone poteva esprimere: Devo aiutarti. Questo è l'ordine, Duca.
    A sentire tale frase, Vinerion accennò un sorriso, invisibile a Nath che si trovava alle sue spalle. Lord Lucifero aveva appena ordinato alla figlia di aiutarlo nella sua opera, qualunque essa fosse. Non gli sarebbe piaciuto lavorare con lei, ma il duca sapeva bene che, per portare a termine il suo piano, avrebbe avuto bisogno di più aiuto possibile.
    Se questo è l'ordine di Lord Lucifero... Le parole uscirono dalla bocca del demone sotto forma di sussurro, mentre le ali iniziarono a sbattere facendolo sollevare di qualche centimetro. Con un solo battito, Vinerion si trovò oltre la finestra, girato a guardare Nath. I suoi occhi erano coperti: lui non aveva bisogno di guardarla negli occhi, e neanche a lei sarebbe piaciuto il contrario.
    Il mio signore ha ordinato Iniziò a dire, con freddezza e io obbedisco il pugno destro venne fatto battere sul petto, in un gesto militare.
    Con la luna alla spalle, del volto era visibile solo la bocca, allargata a sorriso.
    Dato che mi dovrai aiutare, sarà meglio che ti riveli i dettagli... Ma non qui, non ora... In un posto come questo, non si sa mai se si è ascoltati da qualche "ospite", e meno persone sono a conoscenza del piano, e più è facile portarlo a termine senza intoppi... Non sei d'accordo, mia cara Nath?
     
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  12. «« Shaul »»
     
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    Lo sguardo di Nathlija era ghiaccio puro. Non voleva lavorare con quel demone. La loro etica e modus operandis erano completamente opposti... In comune avevano solo la fedeltà a Lucifero. Per il resto, Vinerion era, ai suoi occhi, detestabile.
    Si scostò, rapida, quando il demone sbattè le ali, levandosi poi in volo. Quando si voltò verso di lei, in volo, lei ebbe almeno la minima soddisfazione di vedere che nemmeno lui faceva salti di gioia per la situazione.
    Ma c'era poco da fare. Insieme, loro due erano quasi invincibili.
    Nath osservava, gelida, il volto bianco come la morte e bello come quello del dio suo padre, direttamente e senza filtri le ombre che celavano gli occhi di Vinerion, e quindi senza incrociarli. Si sentiva per la prima volta in vita sua incatenata... Dopo due anni libera, e sull'Assiah, ora la sua catena, che sentiva per la prima volta da dopo lo scontro rivelatore con Aedail, tornava a farsi sentire, strattonandole i polsi. In quell'incarico vedeva la vera forma del suo servaggio: la schiavitù a suo padre. Non poteva opporsi alla sua linea di sangue, ed ora doveva aiutare qul macellaio guerrafondaio. Tutto si poteva dire di lei tranne che fosse una candida santerellina, ma la sua indole personale, di riservatezza, precisione e silenzio, mal si accordava con quella rossa e focosa del potente duca. E poi, detestava non poterlo guardare negli occhi.
    E nel guardarlo, nella sua maschera morta senza espressione, Nath sperò di non rivelare nulla del suo nuovo dolore, la sua nuova consapevolezza. Vinerion era, senza volere, il suo aguzzino. E lei solo una spada, come sempre.
    Dato che mi dovrai aiutare, sarà meglio che ti riveli i dettagli... Ma non qui, non ora... In un posto come questo, non si sa mai se si è ascoltati da qualche "ospite", e meno persone sono a conoscenza del piano, e più è facile portarlo a termine senza intoppi... Non sei d'accordo, mia cara Nath? disse lui, con un sorriso. Nath non battè ciglio, il viso come morto, senza espressione. Lì non c'era nessuno, ne era certa. Ma evitò di dirglielo, leggendo tra le righe.
    Mi stai congedando? chiese, atona. Il capo era lui, lei non era molto brava al comando. Non sapeva gestire se stessa, figuriamoci altre persone... Ma la cosa non le andava giù. Non di non comandare, quello era un sollievo, davvero... Il dover obbedire a lui.
    Ma, come sempre, buttò giù il boccone amaro senza batter ciglio, uccidendo, per l'ennesima volta, i suoi nuovi sentimenti.
     
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  13. ‡ «The Defender» ‡
     
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    Il demone sorrise alle parole di Nath.
    oh no, non lo farei mai... disse, con voce tranquilla Anche se lo vorrei, non posso trattarti alla stregua di un mio soldato semplice, dopotutto, tu sei la figlia del mio signore, devo avere un minimo di riguardo nei tuoi confronti Lentamente, si riavvicinò alla finestra, con lo sguardo fisso su Nath. Gli occhi erano celati, così nessuno dei due sarebbe stato influenzato dai poteri dell'altro, anche a distanza ravvicinata.
    ora come ora, non posso rivelarti i dettagli del mio piano, ma presto, stanne certa, ne verrai a conoscenza... Non voleva rivelarle subito le sue intenzioni, doveva scoprire prima di tutto come agiva, per sceglierle l'incarico più adatto.
    Per tutto il tempo, aveva osservato i movimenti di Nath, decifrandone lo stato d'animo. Entrambi odiavamo dover lavorare insieme, ma l'ordine era arrivato da Lord Lucifero in persona, colui che aveva regalato a Vinerion la sua spada e che gli aveva concesso potere e gloria tra i ranghi infernali, di conseguenza i suoi ordini erano legge.
    Finito di parlare, il demone osservò la stanza del trono alle spalle di Nath: ormai gli arazzi erano stati portati via da chissà quale gruppo di razziatori; erano visibili i tentativi di riparazione dei muri, che però non erano stati utili, tanto che parti del tetto erano crollate.
    Il duca si chiese quanti re erano stati insediati su quel trono, quanti di loro avevano pensato di evocarlo, e quanti erano stati uccisi solo per averlo pensato.
    Vinerion posò di nuovo lo sguardo su Nath, e sorrise. Un aiutante come lei sarebbe stato molto, molto utile per il suo piano...
     
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  14. «« Shaul »»
     
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    Ogni singola parola del demone, l'intonazione, i movimenti delle labbra, il suo atteggiamento, tutto le risultata detestabile, e si sentiva schiacciare e soffocare dalla sua presenza. Lei invece non sapeva se voleva andarsene o meno. Da un lato voleva scomparire... Ma per andare dove? Non voleva dover poi cercare il demone per tutto il regno, perché non conosceva i suoi movimenti. Doveva abituarsi, anche se la cosa non le andava giù.
    oh no, non lo farei mai... Anche se lo vorrei, non posso trattarti alla stregua di un mio soldato semplice, dopotutto, tu sei la figlia del mio signore, devo avere un minimo di riguardo nei tuoi confronti. Lei lo guardò gelida, come un serpente.
    Poi Nath girò sui tacchi, sentendosi furibonda ed umiliata La sua figura, per una delle rare volte in vita sua, non era più rilassata e tranquilla, ma nelle spalle si vedeva chiaramente un accenno di tensione. Voltò la schiena a Vinerion, riavvicinandosi con calma al suo mantello, che aveva lasciato cadere in precedenza. Sotto ai suoi sorrisi ed alle sue parole si sentiva dannatamente scoperta, ed aveva bisogno di riprendere il controllo su se stessa.
    ora come ora, non posso rivelarti i dettagli del mio piano, ma presto, stanne certa, ne verrai a conoscenza... senza dare sengno di ascoltarlo, come un'adolescente che si ribella ad uno scomodo comando di un genitore, ma cosciente di dover capitolare molto in breve, Nath era furibonda e dispettosa. Ed ad aumentare ancora di più la sua stizza, insieme alle parole del demone, che sembravano fatte apposta per farla inalberare, si aggiungeva la consapevolezza di stare perdendo progressivamente, e con forza sempre maggiore, il suo autocontrollo... Un giorno avrebbe fatto una strage, come mai prima di allora In quello stesso momento voleva fuggire nella notte e fare scempio di qualche villaggio, per calmare la sua dolorosa frustrazione.
    Chiuse gli occhi, bella come una dea, mentre dava le spalle a Vinerion Recuperando il mantello ed indossandolo fece un profondo respiro, ritrovando la calma... Doveva cominciare a meditare? Mmm, sì, quella non era una cattiva idea. Doveva smetterla di scappare.
    Appena si fu tirata il cappuccio sul viso, mettendolo in ombra e nascosto da sguardi esterni - perchè lui doveva poter vedere lei e non viceversa? ora erano allo stesso livello, dannazione - si rilassò nell'immediato. Il suo corpo e la sua posizione si distesero e lei, nuovamente padrona di sè, tornò a voltarsi verso il duca.
    Lui aveva di nuovo posato lo sguardo su di lei, sorridendole.
    Sono al tuo servizio, Vinerion, non ai tuoi ordini. Hai fatto bene. Gli ordini del nostro signore sono di aiutarti, non di obbedirti. Si appoggiò allo schienale del trono, con indolenza. Stava dannatamente meglio, con il suo mantello addosso. Era tornata un'ombra, e non una succube provocante. Dio, quanto detestava quel suo corpo. Puoi usarmi come meglio ti aggrada, e se ti mostro rispetto è solo per mia scelta personale, Duca. Non ti è necessariamente dovuto, da parte mia. La meraviglia di essere il Jolly personabile del nostro signore, mio Padre. Scoprirai che sono un'arma molto versatile... Usami come meglio ti aggrada, Vinerion. gli sorrise, affilata. Fosse stato per lei quel duca lo avrebbe fatto ammazzare, e sarebbe stata personalmente felice di occuparsene lei stessa, ma le cose non andavano così. A quanto pare, doveva assecondarlo, quindi...
    "Smetti di fare la bambina. È un duca, è un uomo. È abbastanza, e questi sono gli ordini. È solo un altro lavoro, controlla questi dannati sentimenti. uccidili."
    Eppure, sospettava che restando con lui la sete di sangue demoniaca sarebbe solo che aumentata... Ed in quel caso, probabilmente, avrebbero finito per scannarsi. Un giorno, un bello scontro a sangue sarebbe stato dovuto, sospettava.
    Dio... Non si riconosceva più. Stava odiando Vinerion, indirettamente.
     
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  15. ‡ «The Defender» ‡
     
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    Vinerion osservò ogni singolo movimento del demone, fin dal momento in cui si era allontanato da lui a quando aveva nuovamente indossato il suo mantello. Era tesa, lo si poteva leggere dai suoi movimenti, dalla postura, da come si spostava. Ciò fece felice il duca, perchè adesso Nath sapeva quale era il suo posto e, in ogni caso, sapeva ciò che avrebbe dovuto fare: aiutarlo a portare il regno di Lord Lucifero sulla terra, dando inizio ad una nuova guerra. Guerra che, ne era sicuro, gli avrebbe procurato nuove vittime e, di conseguenza, un pasto degno di essere chiamato tale.
    La figlia di Lucifero aveva di nuovo indossato il mantello, ed ora sembrava essersi rilassata. Peccato pensò, ma sapeva che in ogni caso lei sarebbe stata al suo servizio fino a quando il Lord suo padre non avesse dato un ordine diverso.
    Puoi usarmi come meglio ti aggrada, e se ti mostro rispetto è solo per mia scelta personale, Duca. Non ti è necessariamente dovuto, da parte mia. La meraviglia di essere il Jolly personabile del nostro signore, mio Padre. Scoprirai che sono un'arma molto versatile... Usami come meglio ti aggrada, Vinerion.
    Ascoltò ogni singola parola con il sorriso stampato sul volto, assaporando ogni istante di quel momento. Aveva girato in lungo e in largo quel mondo, ma mai aveva trovato un alleato così servizievole, e ciò li aveva portati tutti alla stessa fine: essere divorati da Vinerion. Ma lei era diversa, il demone lo sapeva bene: non era dalla sua parte di sua volontà, ma perchè costretta dal volere di Lord Lucifero, e ciò gli concedeva un potere su di lei enorme.
    Il duca, che era ancora sollevato da terra di qualche centimetro, atterrò lentamente, e richiuse le ali. La luna brillava alle sue spalle, e il demone sentì un leggero vento soffiare al di fuori della stanza. Il tuo rispetto nei miei confronti è ben accetto, lady Nath. Il tuo aiuto mi sarà davvero utile per raggiungere il mio obbiettivo, e sono sicuro che sarai una preziosa alleata per affrontare ciò che ci separa da esso. Fece un leggero inchino con la testa, senza però smettere di sorridere. Tutto stava andando secondo i suoi piani, e presto, accumulata la giusta energia magica, sarebbe stato pronto a dare inizio al suo progetto. Si sentiva il sangue ribollire nelle vene, il desiderio di tornare ad uccidere e sfamarsi sempre più grande, ma si controllò, senza far trasparire niente dai suoi movimenti.
    Gli mancava la guerra, ma presto si sarebbe scatenata la più grande mai iniziata, e per allora Vinerion voleva essere in prima fila ad assistere al massacro. Doveva soltanto aspettare.
     
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